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Nino Martoglio, nacque a Belpasso in provincia di Catania nel 1870. Fu giornalista, poeta e commediografo. Fu anche animatore teatrale, infatti, lanciò molti attori fra i quali Angelo Musco. Egli esordì nel giornalismo pubblicando a Catania il settimanale umoristico "D’Artagnan", interamente ideato e scritto da lui. L’iniziativa ebbe un gran successo, soprattutto perché il Martoglio v’inserì le sue poesie dialettali, che gli portarono gli elogi di Carducci e la popolarità nella città di Catania. Nel 1901 decise di dedicarsi al teatro. Infatti, nell’aprile del 1903 debuttò con una compagnia formata e diretta da lui al Teatro Manzoni di Milano. Le opere di Nino Martoglio raggiunsero ben presto una gran notorietà. Il suo nome è legato soprattutto a due opere composte per Angelo Musco: "San Giuvanni decullatu" del 1908, e "L’aria del continente" del 1910. Collaborò poi con Luigi Pirandello componendo "A vilanza" del 1917 e "Cappiddazzu paga tutto" del 1917. Meno conosciuta, ma altrettanto valida fu anche la sua attività cinematografica. Il Martoglio, infatti, si dedicò alla regia nel 1913, anno in cui diresse "Sperduti nel buio", un film muto ricordato nella storia del cinema italiano per la sua originalità e per la sua intensità espressiva. Nel pieno della sua attività lo colse improvvisamente la morte nel 1921, quando disgraziatamente precipitò in una tromba d’ascensore nell’ospedale catanese dove era ricoverato il figlio.

DICHIARAZIONI A N'AMICU INTIMU

Pippinu, 'ssa tò soru è na gran figghia,
tenila fitta, senzamai ti squagghia !
ma si mi fa la cucca e si cattigghia,
diccillu chiaru e tunnu,ca si sbagghia.

Prima di tuttu 'un sugnu 'ntinziunatu,
e pozza pozza,si m'ha fari zitu,
vogghiu 'na picciuttedda d''u me' statu,
senza vampugghi 'ntesta e aneddi o' jtu.

To soro, amicu miu, è prisintusa,
si tingi l'occhi, va tutta allisciata,
si 'mpruvuligghia e fa la vummicusa;

e quannu a vidu d'accussì cunzata,
d'onuri miu, Pippino,senz'offisa,
non sacciu s'è tò soro o na 'nzalata !

N.B. : dedico la traduzione a Zzuccarata, perchè gli sia di giovamento e ne faccia buon uso.

DICHIARAZIONE AD UN AMICO INTIMO

Peppino, questa tua sorella è una gran figliola,
tienitela stretta, senzamai si squaglia !
Ma se mi fa la civettuola e si solletica,
diglielo chiaro e tondo che si sbaglia.

Prima di tutto non ho intenzione alcuna,
e se decidessi di fidanzarmi,
vorrei una ragazza del mio stato
senza pampini in testa ed anelli al dito.

Tua sorella, amico mio, è pretenziosa,
si tinge gli occhi, va tutta allisciata,
s'incipria e fa la stomachevole;

e quando la vedo così conciata,
Peppino, per l'onore, senza offesa,
non so più se è tua sorella o un'insalata !

IL TELEFRICO SENZA FILI

Siti bestia, quadrupedi, animali....
e non vi dicu artro,non vi dicu !...
Le 'ntinne ci su' sempri,tali e quali,
e l'amu vistu ju e' cumpari Ricu...

Chiddu ca nun c'è chiù, mio caru amicu,
è il filo !... "Oh, binidittu San Pasquali !..
Il filo, dintra il quali, a tempu anticu
curreva il telecrama naturali !..

La mia difoortà, però, 'n'è chissa;
c'è un'artra cosa, ca ancora non sacciu
e della quali nn'arristai scossu :

Chiovi, mintemu, l'acqua si subissa ?...
Com'è ca la parola del dispacciu
agghica bella, asciutta come n'ossu ?

IL TELEGRAFO SENZA FILI

Siete bestia, quadrupede,animale....
e non vi dico altro, non vi dico !..
Le antenne ci sono sempre, tali e quali,
e le ho viste io e compare Enrico...

Quello che non c'è più,mio caro amico,
è il filo !.."Oh,benedetto San Pasquale !"..
Il filo, dentro il quale, prima
scorreva rapidamente il telegramma !

La mia difficoltà, però, non è questa;
c'è un'altra cosa, che ancora non so
e della quale ne rimango scosso :

mettiamo che piova, che l'acqua ci subissi ?..
Com'è che la parola del dispaccio
arrivi bella, asciutta come un'osso ?