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"FACITE AMMUINA"

REGNO DELLE DUE SICILIE
Regolamento della Real Marina

ANNO 1841
N° 266

Regolamento da impiegare a bordo dei legni e dei bastimenti della Real Marina

Napoli, 20 Settembre 1841

Capitolo XIX

ART. 27 – FACITE AMMUINA – All’ordine “facite ammuina”: tutti chilli che stanno a prora, vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora; chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stann’ a sinistra vann’ a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stann’ ncoppa vanno abbascio, passanno tutti p’o stesso pertuso; chi nun tiene nient’ a ffa, s’arameni a’ cca e a’ lla.

Ordine: Facite Ammuina

N.B.: Da usare in occasione di visita a bordo delle Alte Autorità del Regno

Il Maresciallo di Campo
Direttore del Ministero
e Real Segreteria di Stato
delle Due Sicilie
Ammiraglio
Giuseppe di Badenizzi


Non si conosce con esattezza l'autenticità del decreto. Molti napoletani affermano che subito dopo la conquista della penisola, il Piemonte iniziò una sistematica campagna denigratoria. Furono diffuse incessantemente menzogne non solo sulla dinastia borbonica, ma anche sulle usanze, sui costumi, sulla religione dei "meridionali". Nacquero così i meridionali imbroglioni, furbi, ridicoli e fannulloni; nacquero anche le tipiche frasi dispregiative come "amministrazione borbonica" ed altre che sono diventate patrimonio genetico delle successive generazioni. Una delle menzogne, di proposito create, fu anche quella di "facite ammuina".

Una cosa però è certa: sono molti gli italiani, soprattutto i politici, che hanno subito imparato a fare “ammuina”. Hanno subito imparato a “vendere fumo”.
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"CENTILISSIMA COMPAGNIA"

(L’originale di questa “originalissima” lettera è incorniciato e fa bella mostra di se nello studio di un notaio in Roma. Parole e spazi sono stati trascritti fedelmente)

Centilissima Compagnia di a sicurazione Colombo.
In data 25/2/86 il mio forcone tarcata N:A. 117528 mentre scenteva Via Cupa Santa Maria del pianto si storgellava improvi samente e si inficava con il musso sotto il musso ti unaltra machina che stava fermato per i cazzi suoi.
Il patrone della machina è antato in cattiveria e antava cercando scè scè.
Tico io atesso se l’a sicurazione è perforza perché il patrone della macchina non si è alquetato e cercava scè scè .!
Una risposta ci sarebbo; il Signore tice che Voi tella Colombo fato schife e che non pacate a nisciuno neanche a Cesù Gristo pirciò quanto la mia Poliza si sfiata io mi a sicuro con unaltra sicurazione che paca subito e nun fa pertere o tiempo e cà nun Va truvanno paglia per cento cavalli.
Con la aucurio che lavocato del Signore che cercava scè scè non mi manta acito zione Vi esequio Vostro aff.mo :mad2:
Cardillo Girolamo

Al.