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Un tempo, l’avvenire e l’oscurità nutrirono ogni festa.
Nel fuoco invisibile dell’origine, il poeta fu già la via che por-
ta dall’abisso al cielo, verso la morte. E la morte fu il segreto
che apriva al Dio i campi e il tempio, la luce in cui un desti-
no, al fresco del riparo, era parola e gioco sacro.
Poi, in un istante, dileguarono l’antico e ogni oscurità. Ai
poeti fu assegnato il compito di serbare memoria, sulla terra
celeste, dell’origine, dell’ombra che sempre ci travolge, del
nulla che concede i nomi e ogni cosa. Per questo il cuore,
passando insieme a noi, è un canto senza voce di quel lampo.
Ma dove tutto è diverso e infuria la tempesta, regna tuttavia
la quiete che accoglie ciò che viene, come un tempo la pietra
regnò sotto la stella e il sereno lasciò crescere lo sguardo
ancora ignoto di chi vive il mondo.




René Char