00 22/10/2005 16:39





I Rituali degli Indiani Lakota
(di Eva Fodor Tedeschi)





Rito di Purificazione - Inipi



Vestiario per le donne: una lunga veste (meglio se di fibra naturale) e due asciugamani vecchi + accappatoio. Per gli uomini: pantaloncini (anche da bagno) + 2 asciugamani e l'accappatoio (biancheria di racambio).
Una cosa è molto importante! Siccome la Capanna è mista, uomini e donne, le signore nel loro periodo mestruale non possono accedere al rituale. Non perchè sono impure, anzi, proprio in quel periodo sono al massimo della loro potenza. La loro energia, sommata a quella di Madre Terra potrebbe danneggiare i parteciapanti maschi.


I Rituali degli Indiani Lakota
(di Eva Fodor Tedeschi)

Tra i Popoli Nativi Americani, del gruppo linguistico Siouan, i Sioux sono i più conosciuti. La Nazione Sioux si divide in tre principali gruppi etnici, i Dakota, i Nakota e la tribù più occidentale, i Lakota.

Prima dell'arrivo dell'uomo bianco sull'Isola della Tartaruga - nome nativo dell'America - la vita dei popoli indigeni era scandita dai rituali. Così era anche per i Lakota. Ogni momento della loro vita sociale, come anche individuale, era regolata da alcuni rituali principali e da numerosi altri minori.
Con la persecuzione e il genocidio perpetrato, prima dai conquistatori, poi da varie ondate migratorie dei bianchi europei, molti dei loro riti, oltre ad essere proibiti e dichiarati illegali, caddero nell'oblio. Solo pochi anziani continuarono a praticarli clandestinamente. Furono proprio questi anziani a conservare e a tramandare i riti, usi e costumi alle generazioni che, ritrovando la loro identità, desiderarono vivere seguendo le antiche regole.

Negli ultimi decenni, dopo il risveglio dell'orgoglio e della coscienza nativa, a seguito di dure battaglie legali, ma anche combattute con le armi, a costo della vita di numerosi martiri, specialmente dopo avere ottenuto il diritto di praticare la propria religione, è rinato anche il rispetto e l'interesse verso le antiche pratiche spirituali.

I rituali principali sono divisibili cronologicamente in tre gruppi. Quelli antichi, che risalgono alla notte dei tempi, prima dell'arrivo di Donna Bisonte Bianco, quelli che Lei stessa insegnò e quelli più recenti, ricevuti in visione da alcuni Uomini Medicina (Wichasha Wakan). La tradizione vuole che Whopi, Donna Bisonte Bianco, come Lei stessa predisse ritorni tra i Lakota, alla fine dei tempi. Secondo alcune leggende, è di nuovo sulla Terra, in compagnia d'una donna: percorre le strade dell'Isola della Tartaruga, preparando la gente ad affrontare l'ultimo e il più difficile periodo per l'umanità.

I rituali più antichi sono l'Inipi (la Capanna Sudatoria), lo Yuwipi (il Rito della Pietra Sacra) e l'Hanblecheya (la Ricerca della Visione).



La visione del mondo e la spiritualità Lakota.
Sia la visione del mondo, sia la profonda spiritualità dei Lakota, è riassumibile in una sola frase: Mitakuye Oyasin, Tutto è mio parente. Queste due parole, nella lingua Lakota, insegnano l'origine unica di esseri e cose, la loro interconnessione e l'interdipendenza, su tutti i livelli della Creazione, sul piano spirituale come su quello materiale, Mondo Manifesto e Mondo Non Manifesto. Tutto proviene da Wakan Tanka, il Grande Spirito: il Macrocosmo e il Microcosmo, Luce e Tenebra, Maschile e Femminile.

Le dualità e le dicotomie sono alla base della vita, sotto ogni forma. Tutti i livelli della Creazione si formarono nei quattro periodi successivi. Durante il primo periodo, Wakan Tanka emanò quattro Spiriti Superiori. Nel secondo, questi quattro crearono a loro volta i quattro Spiriti Associati. Nel terzo, questi crearono i quattro Spiriti Inferiori. Tutte queste Entità Spirituali, insieme, sono chiamati i Sedici Grandi Misteri che presiedono alla Creazione d'altri otto Spiriti Soprannaturali.



Inipi - La Capanna Sudatoria
È il rituale più antico, nessuno degli altri riti piò essere praticato senza la purificazione nella Capanna Sudatoria, ed è per ciò che l'Inipi precede tutte le pratiche spirituali dei Lakota. Oltre alla purificazione spirituale e fisica può avere differenti altri scopi, come può essere anche solo fine a se stesso.

Il termine deriva dalla parola Inipo = devi purificarti. Il rituale si svolge nella capanna detta Onikare.
La sua struttura è costituita da 12 o 16 rami di salice orientati secondo le Direzioni Cardinali.
È a forma di cupola, ed è cinta da quattro livelli di rami orizzontali simboleggianti i periodi della Creazione e tutto ciò che il numero quattro rappresenta.
La sua forma sferica è il simbolo dell'universo intero, rappresenta Madre Terra, come anche le rotondità del ventre materno. La capanna, la sua forma e il materiale impiegato nella sua costruzione, insieme rappresentano tutto ciò che esiste; i quattro elementi costituenti la Creazione, i Sedici Grandi Misteri: gli esseri viventi d'ogni genere e specie, l'umanità intera, gli animali, i vegetali, come pure l'inanimato.

All'origine, la capanna era coperta di pelli di bisonte, ma ora si usano teloni, stoffe di grandi dimensioni e coperte. Al suo interno, al centro, si trova una buca detta "Culla di Roccia" ove sono deposte le pietre incandescenti, i Tunka Yatapika, durante lo svolgersi del rituale. L'apertura dell'Inipi è rivolta verso l'Ovest, ove, oltre all'Altare e il Sentiero Sacro lungo sette passi, si trova il Fuoco Senza Fine, il Peta Ohiankesni, sopra il quale sono arroventate le pietre.
La porta è bassa, bisogna inchinarsi per entrare e una volta dentro, si procede sempre carponi e in senso orario. Colui che conduce si siede accanto alla porta, ad Ovest.

Dopo l'entrata di tutti i partecipanti, lo Sweat Lodge Chef fa introdurre alcune pietre: il numero varia secondo lo scopo del rituale. Generalmente le prime pietre sono per le Quattro Direzioni più una per il Cielo, una per la Terra e una per Wambli Gleska (Aquila Chiazzata), il Messaggero di Wakan Tanka (Grande Spirito). I teli della porta della capanna si abbassano e dentro, nel buio assoluto, i partecipanti intonano canti e preghiere. L'Inipi dura quattro periodi detti porte. Durante la prima porta, con canti accompagnati dal suono del tamburo che imita il battito cardiaco, sono invocati gli Spiriti delle Direzioni, Wakan Tanka e Unci Maka (Madre Terra). Lo Sweat Lodge Chef recita una preghiera d'invito e di ringraziamento mentre versa l'acqua sulle pietre incandescenti sprigionando vapore e calore intenso.

Poi è chiesta l'apertura della porta. Ad ogni apertura segue un piccolo intervallo durante il quale, solitamente, è introdotta dell'acqua fresca da bere e da condividere tra tutti i presenti.

La seconda porta è dedicata alle preghiere personali.

Nell'intervallo, tra la seconda e la terza porta, è fumata la Pipa, che riempita dopo l'accensione del Fuoco, è deposta sull'Altare.

La terza porta è dedicata alla meditazione guidata.

Con la quarta apertura termina la cerimonia, e dopo avere ringraziato e salutato gli Spiriti, i partecipanti escono seguendo sempre il senso orario e procedendo carponi in segno d'umiltà. L'uscita dall'Inipi segna sempre una rinascita.




Yuwipi - Il rito della Pietra Sacra



L'origine del Rito della Pietra Sacra risale alla notte dei tempi, prima dell'arrivo di Whopi, la Donna Bisonte Bianco. Questa cerimonia complessa è anche molto discussa a causa di alcuni fenomeni "paranormali" che si possono verificare durante il suo svolgimento. Lo Yuwipi è celebrato dall'Uomo Yuwipi - Il Sognatore delle Pietre - uno sciamano specializzato nel ritrovare esseri e cose perdute. Opera con l'aiuto della divinità più antica dei Lakota, Tunka. Il suo intervento, durante questo rito, è invocato per una sua peculiarità: è onnisciente. È l'Essere più antico sulla Terra.

Come vuole la leggenda, Tunka cadde dal Cielo, sotto forma di Roccia, prima che il nostro globo fosse abitato da altri esseri viventi. È alla conoscenza di tutti i segreti, può dare indicazioni sul dove e come ritrovare persone disperse e oggetti perduti. Tunka è la più intima essenza imperitura del Creatore, non creata, senza inizio né fine.
Tutto ha una nascita e una morte, ma Tunka non è mai nato né mai morirà… Tunka è lo Spirito che cadde dal cielo. È una roccia. Conosce tutti i segreti. Ritrova ciò che è stato perduto."
(R.Erdoes - Piangere per un Sogno - Ed. Xenia)

Nella lingua Lakota vi sono due termini di genere maschile per indicare la roccia, anche se nella traduzione italiana diventano di genere femmile: inyan (pietra) e tunka (roccia). Tunkashila, Nonno, è un altro modo per invocare Wakan Tanka. Chi desidera sapere qualcosa riguardo ad una persona scomparsa o vuole ritrovare un oggetto perduto deve chiedere l'intervento dell'Uomo Yuwipi. La sua richiesta deve essere formale, è accompagnata da una Pipa Sacra e dal preciso impegno verbale di provvedere all'allestimento del banchetto che segue il rito.

In una stanza, o in una tepee, i partecipanti e il richiedente si siedono in cerchio. Lo sciamano viene avvolto, dalla testa ai piedi, in una coperta che porta il disegno d'una stella. Dopo di che è legato con corde o con strisce di pelle, in modo da sembrare un grande bozzolo, e poi deposto, a faccia in giù, a terra, nel centro del cerchio. Si spengono le luci e nella completa oscurità si vedono saettare luci, volano pietre risplendenti, si odono suoni, canti e rumori. Alla fine della cerimonia, si riaccendono le luci e lo sciamano è completamente libero dal suo bozzolo e dai suoi legacci. A quel punto è pronto a riferire le informazioni ricevute da Tunka durante il suo viaggio sciamanico. Il tutto si conclude con il banchetto a base di carne.




Hanblecheya - Ricerca della Visione



La Ricerca della Visione, propriamente Piangere per la Visione, deriva da hanble, visione o sogno e da cheya, piangere. Questo rituale individuale è praticato con differenti scopi.

La prima Ricerca della Visione normalmente l'affrontavano i ragazzi alla soglia della pubertà, come un passaggio dall'infanzia all'età adulta, per trovare la propria identità, nome e direzione di vita. Spesso precedeva un'impresa di caccia o di guerra. Tuttora s'intraprende una Hanblecheya per chiedere una visione chiarificatrice per la vita futura, per ottenere nuovi poteri spirituali, in vista di cambiamenti importanti o prima di affrontare prove molto difficoltose, come, ad esempio, la Danza del Sole o la Danza degli Spiriti.

L'aspirante si reca da un uomo sacro o da colui che è autorizzato a condurre una Ricerca della Visione, fa la sua richiesta e indica il periodo che desidera rimanere in solitaria preghiera. L'Hanblecheya può avere una durata da uno a quattro giorni e notti completi. Per tutto il periodo l'aspirante non assume né cibo né acqua. Prima d'affrontare questo rituale, l'aspirante si purifica partecipando a quattro Inipi. Sceglie il suo posto, prepara 405 offerte di tabacco, legate su un unico filo, che fungeranno da recinzione del suo cerchio sacro ove rimarrà per tutto il tempo da lui indicato. Il giorno dell'inizio della Hanblecheya, l'aspirante si reca nella Capanna Sudatoria e riceve ulteriori indicazioni, prega per il buon esito dell'impresa e gli è dato dell'acqua da bere per l'ultima volta. Al termine della seconda porta esce e da quel momento non rivolge più né parola né sguardo verso niente e nessuno: non appartiene più al mondo fisico, entra in se stesso e si rivolge totalmente al Mondo degli Spiriti. Viene accompagnato sul luogo da lui scelto ed è affidato al Grande Spirito.
Lo si lascia solo per il periodo da lui indicato.
Allo scadere del tempo lo si va a riprendere, entra nell'Inipi e a quel punto può iniziare a parlare e a raccontare la propria esperienza e riceve dell'acqua da bere. Alla seconda apertura esce e così termina la sua Ricerca della Visione. Fuori dalla Capanna Sudatoria è rifocillato, dissetato e l'aspetta una piccola festa con scambi di doni.




Chanupa - La Sacra Pipa



La Chanupa o Chanunpa è l'oggetto sacro per eccellenza tra tutti i popoli nativi americani, ed è così anche per i Sioux. Secondo la leggenda fu Donna Bisonte Bianco a portarla in dono a un piccolo gruppo di Lakota. La Sacra Pipa è costituita da due parti: Ihupo, il cannello o Sinte, coda e Pahu, il fornello. Il cannello generalmente è fatto di legno d'acero, mentre il fornello principalmente è di catlinite, Inyan-Sha, una pietra rossa reperibile in un unico posto, nel Minnesota. Le due parti, quando la Pipa non è fumata, vengono conservate separatamente; sono avvolte singolarmente in stoffa rossa e così poste in una borsa di pelle finemente decorata con aculei di porcospino o ricamata con perline.

La Pipa Sacra, come insegnò Whopi (Donna Bisonte Bianco), è il più sacro e il più potente strumento di preghiera, colmo di profondi significati e simboli. Il fornello, fatto di pietra rossa, rappresenta la carne viva e il sangue coagulato di Madre Terra: è il principio femminile, l'elemento terra, Madre Terra e tutte le creature da essa generate e nutrite. La miscela di tabacco e di altre erbe e cortecce, kinnikinik o chanshasha, allude alla vita vegetale, all'elemento acqua di cui si nutrono le piante, e naturalmente la loro accensione è la simbolica presenza dell'elemento fuoco. Durante il riempimento del fornello si prega e si invitano gli Spiriti delle Quattro Direzioni insieme al Padre Cielo e Madre Terra.
Naturalmente il fumo, portando verso il cielo le preghiere, è il tratto d'unione tra l'uomo e la sfera divina.
L'atto d'unire le due parti e di pregare fumando la Pipa è l'azione simbolica che rappresenta l'unione degli opposti, del maschile al femminile, il Cielo alla Terra, ed è la dimostrazione della consapevolezza dell'origine unica di tutti gli esseri e cose esistenti, dell'Universo intero. La comprensione profonda della stretta connessione e interdipendenza tra il mondo manifesto e non manifesto.