È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Il Gazebo

EMILY DICKINSON

  • Messaggi
  • OFFLINE
    nec spe nec metu
    Post: 219
    Post: 219
    Amici
    Senior
    00 17/02/2005 18:28
    EMILY DICKINSON


    EMILY DICKINSON nasce ad Amherst, nel Massachusetts, il 10 dicembre del 1830, da Edward, facoltoso avvocato di provincia, e da Emily Norcross. Molto legata al padre, ricevette un’educazione libera e assai completa, ma a soli 25 anni scelse di ritirarsi nella solitudine più completa, in una segregazione assoluta, fatta del più ostinato silenzio, interrotto solo dalla voce delle sue poesie e dalla sua fitta corrispondenza. Prima del suo isolamento ebbe rapporti d’amicizia con moltissime persone, ma l’amico più caro, forse uno dei suoi amori nascosti, fu Charles Wadsworth, un pastore di quarantuno anni, sposato con figli, incontrato nel 1854. Varie ipotesi su questa passione per Charles, sono state avanzate dopo la lettura d’alcuni brani di lettere destinate all’uomo e di molte “poesie d’amore” scritte in questo periodo. Scrivendo all’amica, signora Holland, aveva confessato il suo amore segreto con queste bellissime parole: “Se le rose non fossero appassite, e i geli non fossero mai venuti, e non fossero caduti alcuni che non potei svegliare, non ci sarebbe bisogno di altro paradiso che questo di quaggiù – e se Dio fosse stato qui quest’estate, e avesse visto le cose che ho visto io – credo che il suo paradiso gli sembrerebbe superfluo… Cara, signora Holland, io amo, stanotte… amo quel che appassisce e quello che non appassisce…” I numerosi studiosi che, dopo la morte della Dickinson, s’interrogarono sulle vere ragioni della sua lunga e ostinata segregazione, tutti d’accordo giunsero alla conclusione che non poteva certo parlarsi di “delusioni d’amore”, né, tantomeno, d’invalidità fisica o d’assurde tendenze lesbiche (si parlò a lungo anche di una passione di Emily per la cognata Sue o per Kate Scott).
    Tuttavia, nulla vieta pensare che qualche “esperienza” tanto tormentosa possa aver incoraggiato quella che era già una tendenza verso la solitudine. Morì il 15 maggio del 1886.

    Rimaste ignote fino alla sua morte, le poesie della Dickinson, enigmatiche, sfuggenti, tormentate, esercitano da più di un secolo un fascino straordinario sui lettori e sulla critica che in vario modo le ha apprezzate ed esaltate, ritenendole l’espressione di un’esperienza umana di profondissima intensità, di un’esistenza lacerante, di una sensibilità altissima, quasi estrema, di una solitudine scelta e cantata senza alcun compiacimento, con un linguaggio decisamente allusivo, costantemente teso alla conquista di una dimensione spirituale universale e assoluta. Insomma, una perfetta combinazione tra intelletto, emozione e sensualità, dove i significati e le metafore si fondono di continuo con una scrittura dinamica, mutevole e frammentata (con l’uso ripetuto di trattini e di maiuscole).

    Non è facile penetrare il mondo poetico della Dickinson: “SE LEGGO UN LIBRO CHE MI GELA TUTTA, COSI’ CHE NESSUN FUOCO POSSA SCALDARMI, SO CHE E’ POESIA. SE MI SENTO FISICAMENTE COME SE MI SCOPERCHIASSERO LA TESTA, SO CHE QUELLA E’ POESIA. E’ L’UNICO MODO CHE HO DI CONOSCERLA. CE NE SONO ALTRI?

    ALCUNE POESIE


    Bring me the sunset in a cup
    Reckon the morning’s flagon’s up
    And say how many Dew,
    Tell me how far the morning leaps –
    Tell me what time the weawer sleeps
    Who spun in breadths of blue!

    Write me how many notes there be
    In the new Robin’s extasy
    Among astonished boughs –
    How many trips the Tortoise makes –
    How many cups the Bee partakes,
    the Debauchee of Dews!

    Also, who laid the Rainbow’s piers,
    Also, who leads the docile spheres
    By withes of supple blue?
    Whose fingers string the stalactite –
    Who count the wampum of the night
    To see that none is due?

    Who built this little Alban House
    and shut the window down so close
    My spirit cannot see?
    Who’ll let me out some gala day
    With implements to fly away
    Passing Pomposity?
    (1859)
    Portami il tramonto in una tazza
    conta le anfore del mattino
    le gocce di rugiada.
    Dimmi fin dove arriva il mattino –
    quando dorme colui che tesse d’azzurro gli spazi!

    Scrivimi quante sono le note
    nell’estasi del nuovo pettirosso
    tra i rami stupefatti – quanti passetti
    fa la tartaruga –
    Quante coppe di rugiada beve
    l’ape viziosa!

    E chi gettò i ponti dell’arcobaleno,
    chi conduce le docili sfere
    con intrecci di tenero azzurro?
    Quali dita congiungono le stalattiti,
    chi conta le conchiglie della notte
    attento che non ne manchi una?

    Chi costruì questa casetta bianca
    e chiuse così bene le finestre
    che non riesco a vedere fuori?
    Chi mi farà uscire con quanto mi occorre
    in un giorno di festa –
    per volare via – in pompa magna?

    Make me a picture of the sun –
    So I can hang it in my room –
    And make believe I’m getting warm
    When others call it “Day”!

    Draw me a Robin – on a stem –
    So I am hearing him, I’ll dream,
    And when the Orchards stop their tune –
    Pur my pretense – away –

    Say if it’s really – warm at noon –
    Wheter it’s Buttercups – that “skim” –
    Or Butterflies – that “bloom”?
    Then – skip – the frost – upon the lea –
    And skip the Russet – on the tree –
    Let’s play those – never com
    (1860)
    Fammi un quadro del sole –
    Posso appenderlo in camera mia
    e fingere di scaldarmi
    mentre gli altri lo chiamano “Giorno”!

    Disegna per me un pettirosso – su un ramo –
    così sognerò di sentirlo cantare
    e quando nei frutteti cesserà il canto –
    ch’io deponga l’illusione.

    Dimmi se è vero che fa caldo a mezzogiorno –
    se sono i ranuncoli che “volano”
    o le farfalle che “fioriscono”.
    E poi, sfuggi il gelo sopra i prati
    e la ruggine sugli alberi.
    Dammi l’illusione che questi due – ruggine e gelo –
    non debbano arrivare mai

    Wild Nights – Wild Nights!
    Were I with thee
    Wild Nights should be
    Our luxury!

    Futile – the Winds –
    To a Heart in port –
    Done with the Compass –
    Done with the Chart!

    Rowing in eden –
    Ah, the Sea!
    Might I but moor – Tonight –
    In Thee!
    (1861)
    Notti selvagge, notti selvagge!
    Fossi con te
    le notti selvagge sarebbero
    il nostro lusso!

    Inutili - i venti –
    per un cuore in porto –
    Via la bussola –
    via la mappa!

    Remare nell’Eden –
    ah, il mare!
    Potessi stanotte ancorare
    in te!

    This is my letter to the World
    That never wrote to me –
    The simple news that Nature told –
    With tender Majesty

    Her Message is committed
    To Hands I cannot see –
    For love of Her – Sweet – countrymen –
    Judge tenderly - of Me.
    (1862)
    Questa è la mia lettera al mondo
    che non ha mai scritto a me –
    le semplici notizie che la natura
    ha detto – con dolce maestà.

    Il suo messaggio è affidato
    a mani che non posso vedere –
    Per amore di lei – dolci compatrioti
    giudicate me – con comprensione.

    If you were coming, in the Fall,
    I’d brush the summer by
    With half a smile, and half a spurn,
    As Housewives do, a Fly.

    If I could see you in a year,
    I’d wind the months in balls –
    And put them each in separate Drawers,
    For fear the number fuse –

    If only Centuries, delayed,
    I’d count them on my Hand,
    Subtracting, till my fingers dropped
    Into Van Dieman’s Land.

    If certain, when this life was out –
    That your’s and mine, should be –
    I’d toss it yonder, like a Rind,
    And take Eternity –

    But, now, uncertain of the length
    Of this, that is between,
    It goads me, like the Goblin Bee –
    That will not state – it’s sting.
    (1862)
    Se in autunno tu venissi da me
    caccerei l’estate
    un po’ sorridente – un po’ irritata –
    come la massaia scaccia una mosca.

    Se potessi rivederti tra un anno
    farei tanti gomitoli dei mesi –
    li metterei in cassetti separati
    per paura che i numeri si confondano.
    Se l’attesa fosse soltanto di secoli
    li conterei sulla mano
    sottraendo finché non mi cadessero
    le dita nel paese di Van Dieman.

    E se fossi certa che finita questa vita
    la mia e la tua continueranno a vivere
    getterei la mia come una buccia
    e sceglierei con te l’eternità.

    Ma ora –incerta sulla durata del tempo –
    che ci separa, la cosa m’inquieta, come l’ape folletto
    che non avverte quando pungerà.



    To make a prairie in takes
    a lover and one bee.
    One clover, ad a bee,
    And revery.
    The revery alone will do
    If bees are few.
    (non datata)
    Per fare un prato bastano
    un trifoglio, un’ape,
    un trifoglio, un’ape
    e un sogno.
    Può bastare il sogno
    se le api sono poche.




    [SM=x515516]

    Al.







  • danzandosottolaluna
    00 17/02/2005 19:05


    Oggi, la tua sensibilità, che è poi quella profonda di sempre, ci regala particolari emozioni.
    Questa scelta è di raro valore, fa parte di un patrimonio interiore in cui ci si tuffa per assorbirne tutta la gamma dei sentimenti umani.
    Quello che la Poetessa dice in questi versi che riporto qui di seguito,

    "Estraneo alla bellezza - non è nessuno -
    poichè la bellezza è l'infinità -
    e la capacità di essere finiti cessò
    prima che fosse attribuita l'identità."


    si staglia con perfezione alla sua stessa Poesia, che è, poi, la sua Anima! Ne convieni?

    La "bellezza è l'infinità"...quella che non conosce confini nè fine, quella che, attribuendocin una vera autenticità, ci distingue in "bellezza" da chi non riesce a percepire la sua "infinità".
    E... EMILY DICKINSON è prova autorevole di questa "Verità"!!!

    Ancora grazie, Aldo...[SM=x515520] [SM=x515620]
  • OFFLINE
    AnamVera
    Post: 995
    Post: 752
    Età: 58
    Amici
    Senior
    00 18/02/2005 09:04
    EMILY DICKINSON : Poesie sugli angeli



    Chi non trova il paradiso quaggiù
    non lo troverà neanche in cielo .
    Gli angeli stanno nella casa
    accanto alla nostra
    ovunque noi siamo .



    Io so bene che dentro la mia stanza
    c'è un amico invisibile,
    non si rivela con qualche movimento
    né parla per darmi una conferma.





    La sola libertà che si concede
    è di essere presente.
    Né io né lui violiamo con un suono
    l'integrità di questa muta intesa.





    Non c'è bisogno che io gli trovi posto:
    è una cortesia più conveniente
    l'ospitale intuizione
    della sua compagnia.





    Non non potrei mai stancarmi di lui:
    sarebbe come se un atomo ad un tratto
    si annoiasse di stare sempre insieme
    agli innumerevoli elementi dello spazio.





    Ignoro se visti anche altri,
    se rimanga con loro oppure no.
    Ma il mio istinto lo sa riconoscere:
    il suo nome è Immortalità.





    Il suo volto era un letto di chiome,
    Come fiori in un prato-
    La sua mano era più bianca dell'olio
    che bruciando alimenta le luci sacre.
    La sua lingua era più tenera
    dell'armonia che oscilla nelle foglie-
    chi l'ascolta può rimanere incredulo,
    ma chi ne fa esperienza crede.





    Non posso essere sola,
    mi viene a visitare
    una schiera di ospiti,
    non sono registrati,
    non usano la chiave,
    non han né vesti, né nomi,
    né climi, né almanacchi,
    ma dimore comuni,
    proprio come gli gnomi,
    messaggeri interiori
    ne annunciano l'arrivo,
    invece la partenza
    non è annunciata, infatti
    non sono mai partiti

  • danzandosottolaluna
    00 21/02/2005 10:40





    Buongiorno, mezzanotte.

    Torno a casa.

    Il giorno si è stancato di me:

    come potevo io - di lui?


    Era bella la luce del sole.

    Stavo bene sotto i suoi raggi.

    Ma il mattino non mi ha voluta piu',

    e così, buonanotte, giorno!


    Posso guardare, vero,

    l'oriente che si tinge di rosso?

    Le colline hanno dei modi allora

    che dilatano il cuore.


    Tu non sei così bella, mezzanotte.

    Io ho scelto il giorno.

    Ma, ti prego, prendi una bambina

    che lui ha mandato via.







    La speranza è un essere piumato


    che si posa sull'anima,

    canta melodie senza parole e non finisce mai.


    La brezza ne diffonde l'armonia,

    e solo una tempesta violentissima

    potrebbe sconcertare l'uccellino

    che ha consolato tanti.


    L'ho ascoltato nella terra piu' fredda

    e sui piu' strani mari.

    Eppure neanche nella necessità

    ha chiesto mai una briciola - a me.






    Quando sento la parola "fuga"

    il mio sangue scorre piu' veloce,

    sorge in me improvvisa la speranza

    e son pronta a volare.


    Quando sento dire di prigioni

    distrutte da soldati,

    come un bambino scuoto le mie sbarre

    invano, ancora invano.






    La fiamma rossa - è il mattino -

    la viola - il mezzogiorno -

    la giallo- il tramonto

    e dopo è il nulla.


    Ma a sera infinite scintille

    rivelano la vastità bruciata -

    il territorio d'argento

    non ancora distrutto.




  • OFFLINE
    Lupomannaroxte
    Post: 695
    Post: 427
    Età: 38
    Amici
    Senior
    Giovani promesse
    00 21/02/2005 22:04

    Piace molto anche a me questa poetessa. Me l'ha fatta amore jajaredda.[SM=g27811]
  • OFFLINE
    Deb
    Post: 1.299
    Post: 0
    di passaggio
    00 22/02/2005 08:55
    abbiamo scelto una poesia sugli angeli...

    di Emily Dickinson, in parte riportata da Vera, per ringraziare i nostri amici che ci sono stati vicini nel momento di profondo sconforto e dolore per la perdita del nostro Riccardo...

    Grazie Al.. [SM=x515524]


  • danzandosottolaluna
    00 03/04/2005 17:19



    SENSIBILITA'

    La natura talvolta fa seccare
    un arbusto, talvolta scalpa un albero-
    il suo popolo verde lo ricorda
    nel caso in cui non muoia.

    Foglie stremate alle nuove stagioni
    testimonioano mute -
    e noi che abbiamo un'anima moriamo
    più sovente, e non così vitalmente.



    Se le mie pene future in una volta
    venissero ad affliggermi quest'oggi,
    sono così felice che- son certa-
    si allontanerebbero ridendo.

    Se le mie gioie future in una volta
    venissero ad invadermi quest'oggi,
    non potrebbero essere così grandi
    come questa che mi possiede adesso.




    Se tu dovessi venire in autunno
    mi leverei di torno l'estate
    con un gesto stizzito ed un sorrisetto,
    come fa la massaia con la mosca.

    Se entro un anno potessi rivederti,
    avvolgerei in gomitoli i mesi,
    per poi metterli in cassetti separati -
    per paura che i numeri si mescolino.

    Se mancassero ancora alcuni secoli,
    li conterei ad uno ad uno sulla mano -
    sottraendo, finchè non mi cadessero
    le dita nella terra della Tasmania.

    Se fossi certa che, finita questa vita,
    io e te vivremo ancora -
    come una buccia la butterei lontano -
    e accetterei l'eternità all'istante.

    Ma ora, incerta della dimensione
    di questa che sta in mezzo,
    la soffro come l'ape-spiritello
    che non preannuncia quando pungerà.




    Muore la parola
    appena è pronunciata:
    così qualcuno dice.
    Io invece dico
    che comincia a vivere
    proprio in quel momento.




    Il paradiso non è più lontano
    della camera accanto -
    se in quella camera
    un amico attende
    felicità o rovina.

    Che forza c'è nell'anima
    che riesce a sopportare
    l'accento di un passo che si appressa -
    una porta che si apre.




    Come fare per dimenticare!
    Ma potrebbe insegnarlo?
    Si dice sia tra le arti la più facile
    quando si impara il metodo.

    Cuori duri son morti
    nell'acquisirla, eppure
    il sacrificio per la scienza adesso
    è piuttosto comune.

    Sono andata anche a scuola
    ma non ne son uscita più informata -
    il mappamondo non lo puo' insegnare
    e non serve a niente il logaritmo.

    "Come dimenticare"!
    Venga qualche filosofo a spiegarmelo!
    Ah, essere eruditi
    quanto basta asaperlo!

    C'è scritto in qualche libro?
    In questo caso io potrei comprarlo -
    E' simile a un pianeta?
    I telescopi potrebbero scoprirlo -

    Se invece è un'invenzione
    deve avere un brevetto.
    E tu, dimmi, lo sai,
    rabbi del libro saggio?





  • danzandosottolaluna
    00 04/04/2005 17:29




    Mi incanta il mormorio di un'ape -
    qualcuno mi chiede perchè -
    piu' facile è morire che rispondere.

    Il rosso sopra il colle annulla la mia volontà -
    se qualcuno sogghigna stia attento
    - perchè Dio è qui - questo è tutto.

    La luce del mattino mi eleva di grado -
    se qualcuno mi chiede come -
    risponda l'artista che mi tratteggiò così.






    Non avessi mai visto il sole
    avrei sopportato l'ombra
    ma la luce ha aggiunto al mio deserto
    una desolazione inaudita.






    Portare la nostra parte di notte,
    la nostra parte di mattino.
    Di immensa gioia riempire il nostro spazio,
    il nostro spazio riempire di disprezzo.

    Qui una stella, là un'altra stella.
    Qualcuno smarrisce la via!
    Qui una nebbia, là un'altra nebbia.
    Poi, il giorno!






    Tutti hanno diritto al mattino,
    alla notte solo alcuni.
    Alla luce dell'aurora
    pochi eccelsi privilegiati.






    Se avessimo le ali
    per fuggire la memoria
    molti volerebbero.
    Abituati a esseri più lenti
    gli uccelli con sgomento
    scruterebbero la folla
    di persone in fuga
    dalla mente dell'uomo.






    Non stimare lontano quello che si può avere
    anche se in mezzo si stende il tramonto -
    né stimare vicino ciò che standoti a fianco
    è più lontano del sole.









  • OFFLINE
    Aronne1
    Post: 1.773
    Post: 1.201
    Età: 73
    Amici
    Veteran
    Wizard & Elf
    00 17/04/2005 16:49
    CONTINUATE, vi prego.........


    è una Poetessa che sto amando grazie a te, Al, e a voi, Ade e Vera.

    [SM=g27811] [SM=x515620] [SM=g27811]
  • fairy67
    00 27/04/2005 01:34

    Che bel dono ci avete fatto, ragazze!

    Da gustare piano...

    [SM=x515520] [SM=x515524] [SM=x515520]
  • danzandosottolaluna
    00 27/04/2005 20:30


    Marzioli'... e Al...?[SM=x515560]
  • fairy67
    00 27/04/2005 20:53


    Ops... ragazzI ... [SM=x515545] [SM=x515545] [SM=x515545]

    Pardon me[SM=x515624] :oh:

    [SM=x515554] [SM=x515554] [SM=x515554] [SM=x515554] [SM=x515554]

    [SM=x515620] GRANDE AL.[SM=x515620]

    [SM=g27828]



    psst... mi sono salvata in corner?[SM=g27838]
    [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537]
  • OFFLINE
    darcri
    Post: 12.482
    Post: 6.200
    - T e a m -
    Master
    00 28/04/2005 00:24
    Un tesoro da leggere con estrema calma
    ci tornerò...[SM=x515520] [SM=x515526] [SM=x515524]

    [SM=x515571]

    [Modificato da darcri 28/04/2005 0.26]



    Accadono cose che sono come domande.
    Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
    A.Baricco
  • OFFLINE
    nec spe nec metu
    Post: 219
    Post: 219
    Amici
    Senior
    00 28/04/2005 23:23
    Re:

    Scritto da: fairy67 27/04/2005 20.53


    Ops... ragazzI ... [SM=x515545] [SM=x515545] [SM=x515545]

    Pardon me[SM=x515624] :oh:

    [SM=x515554] [SM=x515554] [SM=x515554] [SM=x515554] [SM=x515554]

    [SM=x515620] GRANDE AL.[SM=x515620]

    [SM=g27828]



    psst... mi sono salvata in corner?[SM=g27838]
    [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537] [SM=x515537]



    MARZIA
    per questa volta ti perdono, però prometti che non lo farai più
    [SM=x515524]
    Al.
  • fairy67
    00 29/04/2005 04:41


    Sì, d'accordo bellA , lo prometto

    [SM=x515600] [SM=x515577] [SM=x515600]

    [SM=g27828] [SM=x515524]
  • OFFLINE
    MariluMarilu
    Post: 1.006
    Post: 63
    Età: 32
    Amici
    di passaggio
    00 30/04/2005 20:58



    piangere è una cosa tanto piccola
    sospirare una cosa tanto breve
    ma è di occupazioni di tal genere
    che noi uomini e donne moriamo



    E. Dickinson



    [SM=x515585]



  • OFFLINE
    nec spe nec metu
    Post: 219
    Post: 219
    Amici
    Senior
    00 30/04/2005 23:18
    "PRIMA DI AMARE, IO NON HO MAI VISSUTO PIENAMENTE".
    (Emily Dickinson)

    [SM=x515620]
    Al.

    [Modificato da nec spe nec metu 01/05/2005 17.40]

  • OFFLINE
    nec spe nec metu
    Post: 219
    Post: 219
    Amici
    Senior
    00 02/05/2005 22:40
    I never saw a Moor –
    I never saw the Sea –
    Yet know I how the Heather looks
    And what a Billow be.

    I never spoke with God
    Nor visited in Heaven –
    Yet certain am I of the spot
    As if the Checks were given –
    1868
    Non vidi mai una brughiera,
    non vidi mai il mare,
    ma so che aspetto ha l’erica e
    che cosa è un’onda.

    Non ho mai parlato con Dio
    né visitato il cielo,
    eppure so dov'è, come
    se avessi il biglietto – per entrare


    [SM=x515621]

    Al.

  • danzandosottolaluna
    00 06/12/2006 17:20



    Vieni piano piano Paradiso




    Vieni piano piano Paradiso!

    Labbra inesperte di te

    timidamente suggono i tuoi gelsomini,

    come l'ape stremata

    che giunge tardi al fiore,

    ronza intorno alla sua stanza,

    conta il nettare,

    entra, e si perde tra i profumi.