Il Gazebo

DA "CENTONA" DI NINO MARTOGLIO-LIBERE TRADUZIONI DAL VERNACOLO SICULO

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    ceo1
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    di passaggio
    00 13/02/2005 18:50
    Nino Martoglio, nacque a Belpasso in provincia di Catania nel 1870. Fu giornalista, poeta e commediografo. Fu anche animatore teatrale, infatti, lanciò molti attori fra i quali Angelo Musco. Egli esordì nel giornalismo pubblicando a Catania il settimanale umoristico "D’Artagnan", interamente ideato e scritto da lui. L’iniziativa ebbe un gran successo, soprattutto perché il Martoglio v’inserì le sue poesie dialettali, che gli portarono gli elogi di Carducci e la popolarità nella città di Catania. Nel 1901 decise di dedicarsi al teatro. Infatti, nell’aprile del 1903 debuttò con una compagnia formata e diretta da lui al Teatro Manzoni di Milano. Le opere di Nino Martoglio raggiunsero ben presto una gran notorietà. Il suo nome è legato soprattutto a due opere composte per Angelo Musco: "San Giuvanni decullatu" del 1908, e "L’aria del continente" del 1910. Collaborò poi con Luigi Pirandello componendo "A vilanza" del 1917 e "Cappiddazzu paga tutto" del 1917. Meno conosciuta, ma altrettanto valida fu anche la sua attività cinematografica. Il Martoglio, infatti, si dedicò alla regia nel 1913, anno in cui diresse "Sperduti nel buio", un film muto ricordato nella storia del cinema italiano per la sua originalità e per la sua intensità espressiva. Nel pieno della sua attività lo colse improvvisamente la morte nel 1921, quando disgraziatamente precipitò in una tromba d’ascensore nell’ospedale catanese dove era ricoverato il figlio.

    CARITA'

    La carità,signura giniusa,
    è 'na virtù ch'è un pocu curiusa
    c'è cu' la fa pri un diri ca ricusa
    -e chista è vera carità pilusa-;

    c'è cu la fa di cori,a manu chiusa,
    ed è la carità chiù ginirusa;
    c'è, poi,cu' fa la carità pumpusa
    e cui,pri non nni fari,fingi scusa.

    M'a vui passati pri caritatusa.
    ora,si non v'offenni la me' Musa,
    vi fazzu 'na dimanna maliziusa :
    dda risatedda vostra graziusa,
    doppu 'dda me'prijera piatusa,
    fu carità di cori,o fu pilusa ?

    TRADUZIONE

    La carità,simpatica signora,
    è una virtù un po' curiosa
    c'è chi la fa per non dir che la ricusa,
    -è questa è vera carità pelosa-

    c'è chi la fa col cuore,a mano chiusa,
    ed è la carità più generosa;
    C'è poi chi fa la carità pomposa
    E chi,per non farla,avanza scuse.

    Ma Voi Signora siete caritatevole.
    Ora,se non vi offende la mia Musa
    Vi faccio una domanda maliziosa :
    quella graziosa vostra risatina,
    dopo quella mia preghiera pietosa,
    fu carità di cuore o fu pelosa ?

    LA 'ATTA E LA FIMMINA

    Ju sugnu la 'atta
    chi allicca e po' ratta
    chi ridi e ti 'ncugna
    e poi azzicca l'ugna.
    Tu si' lu surcittu,
    scantusu ed affrittu.

    Pri spassu,pri poco,
    ti fazzu lu jocu;
    ma quannu su' stanca
    po' stennu la vranca,
    t'afferru,,t'aggrangiu,
    ti sfardu, ti mangiu !

    Ju sugnu la 'atta
    chi allicca e po' ratta,
    chi ridi e ti 'ncugna
    e poi azzicca l'ugna.

    La fimmina sugnu,
    chi amuri ti dugnu,
    la donna,chi duna
    di spini la cruna.
    Tu si l'omu amanti,
    sinceru e custanti.

    Ti stennu li trizzi,
    ti fazzu carizzi...;
    ma fatti li cunti
    po' sciunnu li punti,
    ti chiudu li porti,
    ti dugnu la morti.

    La fimmina sugnu
    chi amuri ti dugnu,
    la donna chi duna
    di spini la cruna.


    TRADUZIONE

    Io sono la gatta
    che lecca e poi gratta
    che ride e si struscia
    e poi gli artigli corrusca.
    Tu sei il mio sorcetto
    timoroso ed afflitto.


    Per spasso e per poco
    ti meno nel gioco;
    ma quando son stanca
    poi stendo la zampa,
    t'afferro,t'abbranco,
    ti sfibro,ti mangio !

    Io sono la gatta
    che lecca e poi gratta,
    che ride e si struscia
    e poi gli artigli corrusca.


    Io sono la femmina
    che amore ti da
    La donna che la corona
    di spine ti dona.
    Tu sei l'uomo amante
    sincero,costante.

    Ti stendo le trecce
    ti faccio carezze......
    Ma al tirar delle somme
    non rinnego me stessa
    Ti chiudo le porte
    e ti do la mia morte.

    Io sono la femmina
    che amore ti da
    la donna che la corona
    di spine ti dona
  • zzuccarata
    00 13/02/2005 19:16

    Sei un artista,ceo1, e per questo in lds ho chiesto, spesso, che mi facessi traduttore dei miei versi in gergo. Solo chi è poeta nell'anima può cimentarsi nella traduzione della poesia, da una lingua all'altra, mantenendo la musicalità e il calore di quella originale.

    [SM=g27811] [SM=x515571] :dario:


  • danzandosottolaluna
    00 14/02/2005 13:11


    Finalmente, Vincenzo! Ti ho inseguito per più di un anno...
    e ora ti sei deciso a far conoscere la bellezza delle tue traduzioni. Fabrizio ha colto in esse la giusta dimensione del tuo sentire.


    [SM=x515571] [SM=x515620]


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    CharlesTrockley
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    Wizard & Elf
    00 14/02/2005 16:08

    La traduzione ha il dono di comunicazione straordinaria.

    [SM=x515601]

  • danzandosottolaluna
    00 17/03/2005 14:36


    Aspettiamo altre tue prove, Vincenzo.[SM=x515620]
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    Aronne1
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    Wizard & Elf
    00 17/04/2005 16:41


    [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]