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Wizard & Elf
25/01/2005 18:11
 
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Ho da poco finito di vedere questo film......
....... mi ha dilaniato.......
Dio mio.......
..............
..............


25/01/2005 19:21
 
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Non l'ho ancora visto, ma ho raccolto "recensioni"...





Regia: Massimo Piesco , Giorgio Molteni
Sceneggiatura: Massimo Piesco
Fotografia: Massimo Lupi
Musiche: Davide Liuni
Montaggio: Carlo Fontana

Nazione: Italia

Genere: drammatico,storico


TRAMA


Germania 1944. August Dailermann, maggiore delle SS, viene mandato a dirigere una 'misteriosa' fabbrica del Reich. Insieme alla moglie Franziska si trasferisce a Teufelwald, un posto uggioso e isolato, dove sorge quello che, a insaputa della signora Dailermann, è un campo di sterminio per gli ebrei. La lussuosa residenza a loro destinata ha bisogno di personale di servizio, così arriva in casa Miklòs, un deportato ungherese molto colto, che viene impiegato come domestico.



L'uomo risveglia in Franziska l'interesse per le arti e la letteratura e quando lei decide di farsi fare un ritratto, Miklòs, consapevole che potrebbe salvare alcune vite, le consiglia di farsi ritrarre contemporaneamente da sette pittori, scelti tra quelli che la donna pensa siano gli impiegati della fabbrica. Nel frattempo, anche August decide di attingere tra i deportati per formare un'orchestra che possa suonare la mausica che lui preferisce.
Tutto bene finché Franziska non scopre il vero impiego della fabbrica e August, che ormai ha dei seri ripensamenti sul suo ruolo di 'sterminatore', viene rimpiazzato dal suo giovane attendente, lo spietato Tenente Tross...









Paolo D'agostini
(la Repubblica )



E' un film zeppo di cadute gravi. Eppure contiene un'anima, che si fa strada tra le infinite goffaggini. La guerra sta già marciando verso la disfatta nazifascista, siamo in un campo di sterminio che nella sua stolida ingenuità la capricciosa e annoiata Franziska moglie del comandante August crede una "fabbrica", inconsapevole della condizione di schiavitù imposta ai detenuti con la divisa a strisce, e della loro comune origine ebraica. Quando il marito sceglierà come servitore privato un deportato ebreo ungherese la donna inizierà a emergere dal buio.

Miklos è un uomo colto che le parla di Otto Dix e Oscar Kokoschka, che legge per lei liriche greche. Giacché il marito, attraversato da una crisi di coscienza, è uomo molto meno rozzo di quanto l'uniforme lasci trasparire, mentre consente a lei di scegliersi tra i deportati sette pittori che la ritraggano, riserva a sé la scelta di un gruppo di musicisti che eseguano soltanto per lui arie d'opera. E' evidente tanto al comandante come al "servo" che per questi pochi significa la speranza di sottrarsi ai forni.

Ma se August partirà per altra destinazione non solo cosciente che questo filo di speranza si spezzerà ma anche avendo consumato un intimo processo autocritico, lei che poteva essere parsa la più permeabile alla commozione se non alla presa di coscienza si macchierà della più turpe indifferenza.
Il rapporto tra arte e abominio nazista in un film didascalico e zeppo di luoghi comuni




Roberto Rombi
(La Repubblica)



Forse era questo il film sui campi di concentramento a cui alludeva Berlusconi, l’estate scorsa in Europarlamento, nel suo scontro con Schulz, quando disse al deputato tedesco che lo avrebbe proposto per un molo da kapò in una produzione italiana. l servo ungherese, diretto da Massimo Piesco e Giorgio Molteni, interpretato da Andrea Renzi, Tomas Arana e Chiara Conti, sarà nelle sale distribuito da Medusa.
«Ancora adesso non so se Berlusconi si riferisse al nostro film» confessa Massimo Piesco (questa cosa non è mai stata confermata. Era l’unico film in produzione su questo argomento ma nel nostro lavoro non c’è nessun kapò. Sicuramente non ha mai goduto di attenzione politica altrimenti non ci avremmo messo quattro anni a realizzarlo. È vero che nel 2000 la sceneggiatura è stata premiata dalla commissione della presidenza del Consiglio dei ministri ma come fa Berlusconi a saperlo? Forse il premier sa tutto».
Nel Servo ungherese, dentro un lager in cui si compiono orrori, si consuma un rapporto vittima-carnefice. Il servo del titolo è Miklòs, deportato ebreo, destinato come inserviente nella palazzina del maggiore delle SS che governa il campo di sterminio. Si salva così dalla morte per stenti e dai forni crematori e, facendo le va sulla noia e l’irrequietezza del la moglie del comandante, con vince i suoi padroni-aguzzini coi le lusinghe dell’arte a mettere a riparo nella casa altri deportati un gruppo di pittori che devono fare il ritratto alla signora e un gruppo di musicisti che allietino il maggiore. Incrinando la loro convinzione che i prigionieri sono cose e non persone, Miklòs non riuscirà però a cambiarli e a salvare se stesso e i suoi compagni.
Da La Repubblica, 8 maggio 2004


Emiliano Morreale
(Film TV)


....Indifendibile nello sua bruttezza, pensato e realizzato in buona fede, goffamente appeso a un tema altissimo, llservo ungherese va sorbito per rispetto alle intenzioni, o sbeffeggiato per l'abisso tra intenzioni e risultati? ll Grande Tema é nientemeno che il lager, e visto per di più dalla parte dei carnefici, attròverso la (parziale) presa di coscienza del direttore di un campo di sterminio. Il comandante Dailermann (Arana) e suo moglie (Conti), a contatto col "servo ungherese" (ed ebreo) del titolo (Renzi), prigioniero addetto alle pulizie e cultore d'orto, scopriranno per vie estetico che anche gli ebrei hanno un'anima e che l'arta vero é proprio quella "degenerata" che il regime nazista osteggiò. L'idea di affrontare il nodo del ròpporto tra arte e abominio nazista non era in fondo così peregrina. Ma il film stesso incarna l'opposto degli ideali estetici che declama. La messinscena é una micidiale mistura di teatro tradizionale e Tv, col peggio di entrambe. Dialoghi fluviali e didascalici (e ogni bella frase sottolineata dall'arrivo dello musica), un paio di scene assolutamente "scult" (Renzi che declama Brecht al nazista impaurito, pestaggi a suon di Rossini stile drughi), inverosimiglianze che non sono stranianti ma solo confuse (mai visti ospiti di lager così pasciuti)....



Maurizio Cabona
(Il Giornale)



Ma la Comunità ebraica ha una Commissione Cinema, per valutare se i film sull’Olocausto vengano girati male, finendo, così, con l’ottenere effetti non desiderati? Perché qua, con Il servo ungherese si rischia un boomerang. Pazienza se, stante il budget del fondo statale, per simulare il lager si è ricorsi a un pezzo di plastica appesa alle pareti: neanche Rossellini, ai tempi suoi, scialava, epperò Roma città aperta lo guardiamo ancora. Ma qui fa saltare i nervi il pretenzioso impianto teatrale del triangolo amoroso, se il senso del Kammerspiel non c’è. In effetti, i coniugi Dallerman, un lui (il cileno Thomas Arana) e una lei (Chiara Conti) nazistissimi non sanno che pesci pigliare, una volta alle prese col campo di sterminio. Tanto, loro credono che il KZ, col fumo su per i camini, sia una fabbrica... I signori delle svastiche dentro casa si annoiano, come tutte le coppie borghesi e a farla finita con i pasticcini arriverà Miklòs, il domestico ungherese (Andrea Renzi) che, amando l’arte, spasima per i quadri della cosiddetta (da Goebbels) «arte degenerata». Guarda caso, padron August ama l’arte pure lui e tra pittura e critica, servo e padrone si rispetteranno, mentre Frau Pranziska guarda con lascivia il crapone macho del servo. Pianista di Polanski, Palma d’oro a Cannes, ma qui suona altra musica. Né rìdà fiato al racconto,tutto ambientato nell’abitazione della coppia criminale, la trovata di far scampare i deportati alloro destino di morituri.
Da Il Giornale, 28 maggio 2004



Fabrizio Corallo
(Il Mattino)




Mentre la tv rende omaggio all’Olocausto visto dalla parte dei bambini, al cinema uscirà venerdì Il servo ungherese, il film di Massimo Piesco e Giorgio Molteni interpretato da Chiara Conti, Andrea Renzi e Tomas Arana, entrambi accomunati dall’esperienza teatrale di Teatri Uniti con Mario Martone. Qui Renzi e Arana sono il servo e il padrone, l'ufficiale delle SS August Dailermann, che nel campo di concentramento di Teufelwald asssume al proprio servizio il deportato ungherese d'origine ebrea Miklos, buon conoscitore della lingua tedesca ma anche di arte e cultura. L’uomo tra i bagagli dei prigionieri salva preziose opere d'arte di Kokoschka, Otto Dix e una collezione di liriche greche. Regali che alla moglie dell’ufficiale (la Conti) evocano la nostalgia dell'arte e della cultura. Per il servo non è difficile, a questo punto, convincere la donna a farsi ritrarre da sette pittori scelti fra i detenuti del campo, mentre suo marito allestisce una piccola orchestra da camera. Una storia che ricorda quella de Il pianista di Polanski. «Miklos - nota Renzi - è un uomo che grazie all'arte riesce a fare breccia in un universo assurdo e in modo donchisciottesco cerca di offrire qualche elemento di umanità. Un modo per dare un senso ai suoi ultimi giorni e a quelli degli altri compagni di avventura, anche se non può opporsi ai meccanismi della storia ed anche se l'arte non potrà mai fermare la guerra». «Il film - prosegue l’attore - ha un impianto teatrale, ma un forte realismo, tant’è che abbiamo girato nel gelo, in un lager molto simile a Birkenau, in una landa desolata fra la Serbia e la Romania». «Certamente sono tante le opere importanti dedicate ad un argomento così tragico del Novecento, ma credo che non saranno mai abbastanza: anche le vicende della guerra di Troia sono state raccontate migliaia di volte in maniera differente perché quel dramma aveva profondamente colpito una intera civiltà», nota Massimo Piesco che pensava a questo film già nove anni fa quando cominciò a lavorare a un soggetto che aveva la tragedia dell'Olocausto sullo sfondo. Ma solo dopo aver ottenuto nel 2000 un premio della commissione della presidenza del Consiglio dei ministri è stato deciso di trasformare il soggetto in film grazie alla Grand Bleu di Francesco Piermarini e Marco Caputo. Nella genesi del film s’inserisce anche l’ormai celebre episodio di Berlusconi che definì «kapò» il deputato tedesco Martin Schulz, dicendo che avrebbe proposto il suo nome per un film sull’Olocausto. Allora Priesco pensò di individuare il suo film in quello citato dal presidente del Consiglio, ma qui non c'è traccia di aguzzini scelti dai nazisti tra i deportati.
Da Il Mattino,, 17 maggio 2004



Stefano Lusardi
(Ciak)




Raccontare la tragedia dell’olocausto da un’ottica inconsueta e familiare. Questo l’intento del film co-diretto dal debuttante Massimo Piesco, scrittore e autore teatrale, e dal più rodato Giorgio Molteni, regista televisivo e cinematografico. La storia è infatti volutamente racchiusa, con stile teatrale, dentro l’abitazione dei coniugi Dallermann: August (Tomas Arana), maggiore delle SS inviato a dirigere una fabbrica, che in realtà è un campo di sterminio, e l’annoiata Franziska (Chiara Conti). Il film ruota intorno al rapporto fra i coniugi e il loro nuovo servitore, l’ebreo ungherese Miklòs (Andrea Renzi), che tenta, grazie all’arte, di cambiare la loro coscienza e salvare deportati.
Da Ciak, maggio 2004



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Stella di Sshhh...
11/02/2005 12:05
 
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Me lo appunto: devo vedere anche questo, poi vi saprò dire![SM=x515626]

[SM=x515598]


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14/02/2005 16:18
 
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Conosco, anche per averlo visto due volte: la prima non mi aveva convinta. Terribile!
[SM=x515598]


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15/02/2005 00:14
 
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In queste ultime settimane sono stato piuttosto impegnato e non ho fatto caso se questo film sia uscito anche qui a Pordenone.
Marzia, sai qualcosa?? forse a Cinemazero...[SM=g27833]


15/02/2005 01:30
 
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Teso'... sto pensando alle riprese del "mio"... mannaggia... mi sto perdendo il mondo
ma lui continua a girare, girare, girare... :giragira: :giragira: :giragira:
fermatelo un attimoooo!!!:wyx:

Davvero Gianluca, non so se è uscito... ma nel caso aspetterò per vederlo.. ora non riuscirei..
Ho bisogno di"cose leggere":aron:

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di passaggio
15/02/2005 16:42
 
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Re:
Certo, certo.
La mia era solo una curiosita'.

[SM=x515533]


Scritto da: fairy67 15/02/2005 1.30

...ma nel caso aspetterò per vederlo.. ora non riuscirei..
Ho bisogno di"cose leggere":aron:



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Giovani promesse
15/02/2005 17:04
 
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[SM=g27811] [SM=g27811]
15/02/2005 17:39
 
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Gian! [SM=x515526] [SM=x515537] [SM=g27824]
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