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di passaggio
09/09/2004 18:06
 
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"Eyes Wide Shut" non è risolto (esiste niente che lo sia?), ne sono certo; o, almeno, non lo è quanto sembrano esserlo altri film di Kubrik. Avrebbe richiamato tutti sul set, se solo avesse potuto (chissà che non abbia voluto).

In ogni caso, è suo. E' visionario. Rigurgita citazioni e soluzioni (soluzioni?) che rimandano a tutte le altre opere del regista: a 'Shining' (il ripetersi di quell'unica nota, quando Cruise rientra nella sala), ad 'Arancia meccanica' (le maschere, indossate durante l'atto sessuale), a 'Barry Lindon' (le cascate di luci della festa), a tutte le sue pellicole... sicuramente.

Bisogna rivedere il film (i film), un numero innumerevole di volte per illudersi, un attimo, d'aver colto davvero ogni sfumatura e, come sempre (con Kubrik), restare certi che qualcosa sia sfuggito.

Il messaggio del film, sempre che possa averne (uno soltanto), forse è lo stesso degli altri film di Kubrik: nessuna salvezza, nessun riscatto. (e' per questo che adoro Kubrik?)

Sulla fattura del film, sulla recitazione... non vorrei dire, non sono quelle le cose su cui ho posto la maggiore attenzione, la prima volta. Ripenso solo all'arcobaleno. Forse... il fatto che alla fine del film non si trovi nulla è... è proprio ciò che Kubrik desiderava.

Ricordate (ma se non lo avete visto, fermatevi qui, non andate avanti a leggere!) quando le due modelle, alla festa, prendono Cruise e lo portano non si capisce dove... e lui chiede "Dove mi portate?" e loro rispondono "Lì dove finisce l'arcobaleno." Bene. E ricordate il nome del negozio dove Cruise noleggia il mantello e la maschera? "Rainbow" si legge. Arcobaleno. Ora: cosa si trova lì dove finisce l'arcobaleno? Non c'è il tesoro? La pentola piena d'oro? E non è questo che eccita Cruise, al punto da svegliare il proprietario, pagargli un cifra enorme e rischiare la sua stessa vita? Eppure tutti sanno che, dove finisce l'arcobaleno, non c'è niente ed è il viaggio, quello che conta: alla fine non c'è nient'altro che 'fuck', come dice Nicole al marito... che non è 'scopare', come hanno tradotto nella versione italiana... ma 'fottere'.

Fottere è la quintessenza dell'essere fisicamente umani. Arraffare... provare di tutto, tutto ciò che il corpo è in grado di sentire. Kubrik era prossimo alla fine (ne è sempre stato cosciente) e, francamente, se il messaggio è questo... E' triste. VERAMENTE triste. Ma convincetemi che mi sbaglio.

Una curiosità, quasi tutti i dipinti (bellissimi) che si vedono nel film sono della moglie di Kubrick, sua musa ispiratrice e, per sua stessa ammissione, sua migliore critica.

Riflettendoci... tutti i suoi film sembrano finire... (bene?) ma in realtà conducono alla definitiva distruzione d'ogni mito.

In 'Shining' è la distruzione del mito America, ad esempio... Wendy e Danny si salvano, ma la famiglia viene distrutta (la famiglia America: festa del ringraziamento, genocidio del popolo indiano...), ed è solo uno dei molteplici livelli di lettura... infatti c'è: "l'uomo che perseguita il Suo bambino", "lo scrittore che teme Se stesso", “la dinamicità della capacità visionaria, lo shining, che sopravvive al congelamento indotto dalla scrittura”, "la normalità che sopprime l'atto creativo e l'istinto", etc. potremmo passarci serate intere e sarebbe come snocciolare rosse, sugose, luccicanti ciliegie al maraschino.

Nell'ultima sequenza di '2001', lo spettatore vede il feto di Dave volteggiare nello spazio, come la stazione orbitante all'inizio del film, ed ha un'impressione di pace, serenità... in realtà, il feto rivolge (con lo sguardo... il gioco degli sguardi è fondamentale, per Kubrik, anche in 'Eyes Wide Shut') la seguente domanda:


...e così sei disposto a credere che un blocco levigato, un monolito sulla luna, possa dimostrarti l'esistenza di un'intelligenza superiore. Ebbene, guardami! Infinitamente più complesso... perché credi tu che questa complessità infinitamente superiore sia frutto del caso e del tempo? Magari ti serve, ancora, il controllo e il conforto di HAL (delle macchine) che tu costruisci e per cui credi (solo) alla tua onnipotenza?


Ed è quello che Kubrik, credo, intende mostrare quando filma l'associazione, assolutamente geniale, tra l'osso-clava e l'astronave. Un passaggio dalla preistoria al futuro che salta tutto ciò che sta in mezzo (la nostra storia) e ci dice: "vedete? non è cambiato nulla."

...ed è la distruzione della mitologia razionalista.

In 'Barry Lindon', persa la gamba e finito il viaggio, restano solo i soldi... ultimo vero legame con lady Lindon – strana assonanza con 'Linda' - che, secondo me, incarna più l'ideale della follia che quello della perfezione (sono la stessa cosa?) cui Barry aspira. Né il coraggio, né l'onestà o l'amore... o la pietà riescono a renderlo migliore... e ne esce distrutto anche il mito della redenzione cui condurrebbe la nobiltà (d'animo) dell'uomo.

...e in 'Arancia meccanica', in cui il protagonista recupera una libertà, infine: quella d'essere violento, volgare, spregiudicato... oppure morto... insomma, la libertà d'essere uomo solo tra gli uomini (come l'uomo è, secondo Kubrik) ma solo perché ha pagato il prezzo dell'interesse di un altro uomo: l'intelletuale vedovo, il medico che sperimenta la terapia Ludovico, il padre che rinnega il figlio, il politico che lo adotta... è la distruzione del mito dell'innocenza.

In 'Full Metal Jacket': "Toopolin, toopolin, viva topolin..." cantano i soldati, marciando tra le macerie, i cadaveri, i fuochi nella notte e le bombe... marciando all'inferno; non è sempre la follia, la protagonista del film? La stessa follia che conduce 'palla di lardo' a risparmiarsi la guerra, quando si spara in bocca (silenzio e pace) la pallottola destinata al suo vero nemico (il cervello, manipolato dalla scuola di guerra, che infatti schizza via): così gli insegnava l'istruttore, anche lui vittima di quell'atto liberatorio che, non a caso si svolge - ricordate dove? - nelle latrine. Un'altra cosa: l’istruttore si chiama Heartman! cuoreuomo... ed è nel cuore che gli spara l’allievo al quale ha infine insegnato come privarsi delle emozioni: due morti nel cesso, cervello e cuore spappolati... la distruzione del mito della guerra.

Per non parlare poi del "Dottor Stranamore", in cui Kubrick lucidamente riprende la caricatura d'una follia che, per una volta (due volte sarebbe impossibile), piuttosto che distruggere uno dei tanti miti condivisi dall'occidente, finisce per distruggere l'intero pianeta...

Kubrik è un genio, ma si riesce soltanto a "intravederlo"... Le sue immagini parlano all'inconscio, lo guardi ma non capisci, in prima battuta, se ci provi... poi lo rivedi con gli occhi della memoria, a distanza di tempo, senza metterci impegno, e allora arriva...

e per me lo scrivere, il dipingere, il suonare è un po' la stessa cosa: soltanto molto tempo dopo avere "partorito", (si può e si deve) organizzare.


[Modificato da raelmax 10/09/2004 16.15]

10/09/2004 11:02
 
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Un film senza dubbio inquietante, difficile, da vedere e rivedere più volte e, ogni volta, scopre altri tasselli, utili al compimento finale del puzzle, che è , poi, un viaggio nella coscienza e nelle inibizioni..

La tua è un'analisi autorevole, Max, e, inoltre, un resoconto, altrettanto prezioso di ciò che Kubrick significa nella storia del cinema

!!![SM=x515519]
Ade

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