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21/08/2004 19:55
 
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Attori:
Nicole Kidman (Virginia Wolf)
Meryl Streep (Clarissa Vaughn)
Julianne Moore (Laura Brown)
Allison Janney (Sally)
Ed Harris (Richard)
Claire Danes (Julia)
Toni Collette (Kitty)
Eileen Atkins (Barbara)
Stephen Dillane (Leonard Woolf)
Charley Ramm (Julian Bell)
John C. Reilly (Dan Brawn)
Miranda Richardson (Vanessa Bell)



Protagoniste sono tre donne di diverse età (la prima è proprio la Woolf) le cui vite ruotano attorno a uno dei più celebrati romanzi della scrittrice britannica, "Mrs Dalloway".
Si vedrà Virginia Woolf intenta alla stesura del libro, negli anni Venti; poi l'influenza che il volume avrà su una donna degli anni Cinquanta, e infine su un'altra dei giorni nostri. La narrazione non è cronologica: le figure femminili entrano in strettissima connessione tra loro attraverso il notevole montaggio incrociato di Peter Boyle.
Su tutto aleggia, fin dai magnifici titoli di testa accompagnati da una sontuosa colonna sonora firmata da Philip Glass, l'immagine del suicidio di Virginia Woolf.
Le tre donne, infatti, di tre diversi periodi del Novecento, hanno in comune il dover lottare contro la depressione e brutti pensieri di suicidio ma la lettura dell'opera avrà diversa influenza su di loro.


RECENSIONE
di Donata Ferrario

L’universo femminile qui è scandagliato nei suoi dubbi e nelle sue incertezze, le protagoniste sono tutte donne che hanno in comune il desiderio di vivere in modo diverso e più autentico rispetto al ruolo imposto loro dalla società, si dibattono nel pantano della depressione e dei desideri di suicidio.
Il film presenta, intrecciandole, le storie di tre donne di epoche differenti, tutte in qualche modo legate a ‘Mrs. Dalloway’, opera della scrittrice inglese Virginia Woolf.

La prima è la stessa Virginia Woolf (Nicole Kidman),





ritratta nel 1941 al momento del suicidio e nel 1923, quando comunica al marito Leonard (Stephen Dillane) di avere trovato l’incipit per il romanzo Mrs. Dallo che scrive tormentata da attacchi di follia e depressione.

La seconda è Laura Brown (Julianne Moore),





casalinga incinta nella Los Angeles del 1951, con un bambino piccolo e un marito, Dan (John C. Reilly), che la ama devotamente. La donna si lascia trascinare dalla lettura di Mrs. Dalloway senza riuscire a smettere.
Sarà proprio questo romanzo che le farà prendere coscienza della sua vita infelice, dell’amore tutto di facciata per il marito.
Infine c’è l’editor di successo Clarissa Vaughn (Meryl Streep), newyorkese dei nostri giorni, dagli amici chiamata ‘Mrs. Dalloway’, ossessionata dai particolari e dal desiderio di perfezione.



L’unica capace di andare oltre il conformismo, omosessuale, vive con Sally (Allison Janney)





e si affanna nei preparativi per una festa in onore dell’amico adorato ed ex compagno Richard (Ed Harris), poeta poco compreso, irrimediabilmente malato di AIDS.



Ognuna delle tre vicende si svolge in un’unica giornata, come nel libro della Woolf.
La pellicola, che ha già vinto due Golden Globes e vanta 9 nominations agli Oscar, è tratta dal famoso libro omonimo di Michael Cunningham, vincitore nel 1998 del Premio Pulitzer, un omaggio dichiarato dello scrittore americano alla scrittrice inglese Virginia Woolf, che paragona per forza di rottura e innovazione al chitarrista Jimi Hendrix.
Il quarantunenne regista Stephen Daldry, che rammentiamo per Billy Elliot (2000), e lo sceneggiatore David Hare hanno fatto miracoli nel rendere un testo complesso, fatto di monologhi interiori e di differenti piani temporali, in un’opera cinematografica molto fedele, che ha avuto l’incondizionata approvazione di Cunningham. La decisione ferrea era di non ricorrere alla voce fuori campo e questo ha portato all’invenzione di una ragnatela di eventi che devono esprimere chiaramente ciò che accade nell’animo dei personaggi.
Dice Daldry: “L’idea di tre storie e di tre donne, e delle relazioni tra loro, era una meravigliosa opportunità per tentare di creare una narrazione singola”. Secondo Hare: “L’idea era questa: una vita di una donna, in un’unica giornata, è rappresentativa dell’arco della sua intera vita”.
Ciò che stupisce è la capacità di intrecciare con fili sottili, riferimenti quasi impercettibili, le trame delle tre protagoniste lontane nel tempo e nello spazio, con rimandi continui in un film per nulla pesante, che scorre liscio per tutti i suoi 114 minuti, in pratica non raccontando nulla e al tempo stesso tutto. Infatti in The Hours non succede molto, il film sembra quasi procedere in tempo reale. Il dramma vero accade dentro ai personaggi o nei loro gesti quotidiani. Tuttavia ci sono momenti in cui atti disperati fermano il cuore e gelano il fotogramma.
Ci si domanda cosa sarebbe stato The Hours senza le tre colonne Kidman, Moore, Streep, tre interpreti eccezionali, che lasciano il divismo alle spalle e si gettano a capofitto nella vicenda. Nicole Kidman, in particolare, spicca su tutte:




è irriconoscibile, si è sottoposta ogni giorno a tre ore di trucco, recita con una protesi nasale ed essendo mancina ha dovuto imparare a scrivere con la destra, ha voluto inoltre girare senza controfigura la scena del suicidio. Gli occhi appaiono talora sperduti, talora fieri, ‘contaminando’ la recitazione con tonalità vocali che si abbassano e incrinano, purtroppo perse nel doppiaggio.
É un film disperato che fa di continuo i conti con la morte (il suicidio o i pensieri di suicidio attraversano tutta la vicenda) e riesce a darci emozioni difficilmente dimenticabili. Tuttavia è anche un film pieno di speranza che ci fa domandare cosa significhi vivere ed essere vivi, e trasmette un forte desiderio per una vita che si vorrebbe diversa.
“Non si può trovare pace evitando di vivere”, afferma a un certo punto Virginia al marito Leonard, che vorrebbe, per il suo bene, tenerla lontana da Londra.
Virginia Woolf aveva infatti la forte convinzione che ogni vita fosse, nel bene e nel male, intrecciata in qualche modo a quella degli altri: secondo Michael Cunningham, invece, siamo isole, ma talora la letteratura riesce a costruire dei ponti che ci uniscono gli uni con gli altri. Così come accade con il romanzo Mrs. Dalloway.

“Alcune cose furono molto belle”,


scrive la Woolf in Mrs. Dalloway.

The Hours è una di queste cose.

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30/01/2006 20:56
 
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l'ho visto tempo fa e devo dire che mi ha colpito molto, consiglio a tutti di vederlo [SM=g27811]
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Giovani promesse
04/02/2006 18:36
 
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Mi associo al consiglio [SM=g27811]
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Fortune-Teller
08/02/2006 12:22
 
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E' bellissimo l'ho visto al cinema .....

Ti lascia dentro una tristezza abissale [SM=x515615]

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09/02/2006 17:42
 
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Anche per me è stato così! [SM=g27811]
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23/02/2006 19:36
 
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Re:

Scritto da: abarat 08/02/2006 12.22
E' bellissimo l'ho visto al cinema .....

Ti lascia dentro una tristezza abissale [SM=x515615]





I D E M ! [SM=g27811]
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