Sulle guglie del tuo mondo, in danze oscure i corvi
confessano i segreti che ho lasciato in custodia al vento
sul trono, irraggiungibile il pensiero che sortisci, dalle sorgenti
oscuro il presagio sulla fine di quest’ultimo re
nelle valli oscurate d’eclissi, in voluttuoso luccichio di stelle
distendi l’anima per troppi secoli esiliata, ed ora
non hai più un corpo del quale piangere il dolore che i mortali
sopportano in solitudine su letti bianchi d’ospedale
in libertà, vigilato dagli avi che hanno inzuppato la terra
ritorni sulle alte colline che sotto i soli avranno ancora ad inverdire
e nei silenzi delle cornamuse, quando il fiato prende a caricare
il suono s’alza alto sopra i mari, coprendo ancor le rive.
(in dedica)