Forse l'avevo già postata, ma mi è tanto cara e ve la ripropongo..un pò per riproporla a me stessa.
Traghettatori notturni
da riva a riva, sulle sponde del cuore
in sinfonia di violini
scacciano le note amare,
t’abbandoni al mio ventre
come l’ultimo respiro
s’abbandona alla terra
sepolto sotto il salice piangente,
primordiale canto
s’avvinghia alla gola e stringe
un primitivo inno all’amore
che concupisce e folleggia,
descrivi l’alba screziata
su foglie d’ontano
amanuense delle meraviglie
nella tua prima ode senza nome.