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Il Gazebo

K a r m a (dal web)

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  • fairy67
    00 31/08/2005 12:47


    Il Karma è una legge cosmica secondo la quale un'azione virtuosa (che non produce sofferenza) genera benefici nelle vite successive, mentre un'azione non virtuosa (che produce sofferenza) genera fastidi e disagi nelle vite successive. Il Karma, dunque, vincola tutti gli esseri senzienti al ciclo del Samsara poichè tutto ciò che l'essere farà, si ripercuoterà sulle sue vite future. Quando viene compiuta un'azione non virtuosa, nel Sè dell'essere vengono depositati dei "semi" (semi del karma) in seguito alla produzione di karma negativo. Quando viene compiuta un'azione virtuosa invece, viene prodotto karma positivo. Questi semi allungheranno la permanenza dell'essere individuale nel Samsara. Esiste però un tipo di karma - che, effettivamente, non è karma - che non è nè positivo nè negativo, quello che porta alla Liberazione. Ogni essere senziente ha nel proprio Sè una certa quantità di "semi del karma", che lo costringeranno a restare nel ciclo del Samsara. Questi semi sono frutto di azioni compiute nelle innumerevoli vite precedenti. Essi non possono diminuire ma possono essere distrutti con il raggiungimento dell'illuminazione (Bodhi). Con l'estinzione del debito karmico, l'essere non sarà più vincolato al Karma e quindi al Samsara e potrà raggiungere il Nirvana.

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    AnamVera
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    00 31/08/2005 13:24
    da "Lettere sullo Yoga" di Sri Aurobindo : Che cos'è il Nirvana?




    Il raggiungimento del Nirvana mi proiettò all' improvviso in una condizione al di sopra, senza pensiero e non contaminata da alcun movimento mentale o vitale; non c'era ego, né mondo reale; solo quando "si" guardava attraverso i sensi immobili, qualcosa percepiva o portava sul suo assoluto silenzio un mondo di forme vuote, di ombre materializzate prive di vera sostanza. Non c'era l'Uno e neppure il Molteplice, ma solo e assolutamente Quello, senza forma, senza relazioni, puro, indescrivibile, impensabile, assoluto, tuttavia supremamente reale e unicamente reale. Non si trattava di una realizzazione mentale né di qualcosa intravisto lassù da qualche parte, non era un'astrazione, era positivo, l'unica realtà positiva (sebbene non fosse un mondo fisico spaziale) che pervadeva, occupava o piuttosto inondava e sommergeva questa sembianza di mondo fisico, senza lasciar posto o spazio a qualunque realtà che non fosse se stessa, senza permettere in alcun modo ad altro di sembrare reale, positivo o sostanziale.
    Non posso dire che nell'esperienza, così come la ebbi, ci sia stato qualcosa di esaltante o di affascinante -
    l'Ananda (beatitudine) ineffabile lo ebbi anni più tardi - ma ciò che portò fu una Pace inesprimibile, un silenzio stupendo, un'infinita liberazione e libertà. Vissi in quel Nirvana giorno e notte prima che esso cominciasse ad accogliere in sé altre cose o a modificarsi, e il nucleo stesso dell'esperienza,il suo ricordo costante e il suo potere di ritornare rimasero finché alla fine essa cominciò a scomparire in una più grande Supercoscienza più in alto. Ma, nel frattempo,una realizzazione veniva ad aggiungersi ad un'altra realizzazione e si fondeva con questa esperienza originale. Presto l'aspetto di un mondo illusorio lasciò il posto ad un aspetto in cui l'illusione - l'interpretazione sbagliata da parte della mente e dei sensi dell'esistenza manifestata - non era che un piccolo fenomeno di superficie con un'immensa Realtà divina dietro, una suprema Realtà divina al di sopra, e un'intensa Realtà divina nel cuore di tutte le cose che,all'inizio, mi erano sembrate solo immagini od ombre cinematografiche. E questo non era un reimprigionamento nei sensi, una diminuzione o una caduta dall'esperienza suprema; anzi era come un'elevazione e un ampliamento costanti della Verità; era lo spirito, non i sensi, a vedere gli oggetti, e la Pace, il Silenzio, la libertà nell'Infinità rimanevano sempre, mentre il mondo e tutti i mondi erano solo come un episodio ininterrotto nell'eternità senza tempo del Divino.



    Che cos' è il Nirvana?


    Nel Buddhismo ortodosso significa sì disintegrazione, ma non dell' anima - perché ciò non esiste - bensì di un composto mentale o flusso di associazioni o samskara che scambiamo per noi stessi.
    Nel Vedanta illusionista significa non una disintegrazione ma la scomparsa di un sé individuale falso e irreale nell' unico Sé o Brahman; è l'idea e l'esperienza dell'individualità che così scompare e finisce, potremmo dire una falsa luce che si estingue (nirvana) nella vera Luce.
    Nell' esperienza spirituale è a volte la perdita di ogni senso d'individualità in una coscienza cosmica illimitata; quello che era l'individuo resta solo come un centro o un canale per il flusso di una coscienza cosmica e di una forza e un' azione cosmiche. O può essere l' esperienza della perdita dell'individualità in un essere e una coscienza trascendenti in cui scompare tanto il senso del cosmo quanto l' individuo, oppure in una trascendenza che è cosciente dell' azione cosmica e la sostiene.

    Ma che cosa intendiamo per individuo?

    Quello che in genere chiamiamo con questo nome è un ego naturale, un espediente con cui la Natura agisce contemporaneamente nella mente e nel corpo. Quest'ego deve estinguersi, altrimenti non è possibile alcuna liberazione completa; ma il sé individuale o anima non è questo ego. L'anima individuale è l'essere individuale che a volte viene descritto come una particella eterna del Divino, ma può anche essere descritto come il Divino stesso che sostiene la propria manifestazione quale Molteplice.
    Questo è il vero individuo spirituale che appare nella sua verità completa quando ci sbarazziamo dell' ego e del nostro falso senso separatore dell'individualità e realizziamo la nostra unità con il Divino cosmico e trascendente e con tutti gli esseri.

    Sri Aurobindo



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    AnamVera
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    00 31/08/2005 13:38
    ma Sri Aurobindo..... chi è?

    Sri Aurobindo, uno tra i più importanti filosofi e maestri spirituali dell'India moderna. Nasce il 15 agosto 1872 a Calcutta, studia in Inghilterra dall'età di sette anni, dove fu educato essenzialmente da insegnanti occidentali. Suo padre non voleva che avesse nessun contatto con la cultura e religione indiana, ma che scegliesse da solo la strada da seguire. Dotato di un'intelligenza straordinaria sin dall'infanzia assimila ancora fanciullo, la letteratura greca, latina e quella occidentale in genere. Torna in India nel 1892 alla morte di suo padre, si stabilisce a Baroda nel 1893, si rende conto che l'India deve essere spronata ad uscire fuori dall'egemonia inglese e scrive: "Il nostro vero nemico non si trova in una forza esterna ma nelle nostre rumorose debolezze, nella nostra vigliaccheria, nel nostro sentimentalismo dalla vista corta." Il suo scopo è organizzare le forze del Paese per operare una rivoluzione. Impara il sanscrito per poter comprendere i testi sacri indiani e si avvicina allo yoga, dichiarando: "uno yoga che esiga l'abbandono del mondo non è fatto per me". Si dedica quindi allo yoga secondo i suoi principi, facendo cinque, sei ore al giorno di esercizi di respirazione e concentrazione. In questo periodo incontra anche dei maestri che gli insegnano la meditazione: "Sedetevi in meditazione, senza pensare, osservate soltanto la vostra mente e vedrete che i pensieri vi entrano da fuori. Prima che arrivino, ricacciateli. Continuate così finche la vostra mente non sarà completamente in silenzio" Sri Aurobindo adottò questo sistema e in tre giorni fu libero, ovvero la mente non è più limitata alla stretta cerchia di pensieri personali, ma è lo strumento ricettivo di una conoscenza infinita. Sri Aurobindo scrive ancora : "Quando la Pace si stabilisce in noi, la forza superiore o divina dall'alto può discendere e lavorare in noi". Tutta la vita successiva di Aurobindo fu dedicata ad applicare questa conoscenza spirituale alla vita concreta e a quella psicofisica, per arrivare a trasformare la vita stessa e la realtà esteriore. Questa energia di Verità e Coscienza che Sri Aurobindo chiama "sopramentale" è la sola energia che può produrre una trasformazione dinamica davvero integrale e irreversibile della materia. All'età di 29 anni Sri Aurobindo si sposa, ma sua moglie non saprà seguirlo nel suo cammino. Nel 1906 si trasferisce a Calcutta, nel cuore dell'agitazione politica, viene arrestato nel 1908, rimane in carcere per un anno, dove approfondisce ancora di più la meditazione. Viene liberato dopo un anno, ma di nuovo il pericolo di una nuova carcerazione è imminente, guidato da una voce interiore si trasferisce a Pondicéry. Nel 1926, con l'aiuto di una collaboratrice spirituale, la Madre, fonda lo Sri Aurobindo Ashram. Tra le sue molte opere si trovano La Vita Divina, La Sintesi dello Yoga e Savitri. Sri Aurobindo lascia il corpo il 5 Dicembre 1950.

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  • fairy67
    00 31/08/2005 15:09
    Grazie degli articoli, Vera! Splendidi!
    [SM=x515520] Li leggerò con calma[SM=g27821]