Aldo, mi haio fatto ricordare quell'angelo e quel demone che, secondo Baudelaire, albergano nell'uomo,principalmente nell'uomo artista. Non so.
Baudelaire, dopo la lettura delle tre opere di Wagner, Tannhäuser, Lohengrin e il Vascello fantasma, dice, a proposito del Tannhäuser che in esso c'è la lotta tra carne e spirito, tra paradiso e inferno, insomma tra Satana e Dio.
Sue sono queste parole: "ogni cervello ben sviluppato porta in sé due infiniti", e "in ogni immagine di uno di questi infiniti esso riconosce immediatamente la metà di se stesso".
A proposito del Lohengrin trova conferma di quanto sopra, nell'allegoria del dramma in cui si alternano le due facce della doppia anima di Elsa e di Lohengrin, e nella figura di un cigno, sporco e spaurito, ravvisa l'anima esiliata nell'imperfetto, quella che rappresenta la duplicità dell'uomo (e dell'arte), quella di "chi ha perduto ciò che non si trova / mai più, mai più!" .
Infine ne "Il Vascello fantasma", con la leggenda dell'Ebreo maledetto che erra sull'oceano alla ricerca di un angelo redentore e che non arriverà a scoprirlo, Baudelare trova l'ulteriore conferma che l'anima dell'uomo ( soprattutto dell'uomo-artista) resta sempre scissa e divisa tra un "hic et nunc" qui ora, e un irraggiungibile altrove.
Spèero di non aver fatto confusione, ma la tua citazione e quella di Ade mi hanno ricordato questa importante e particolare interpretazione.
Aspetto repliche, Al!!! :dario: