00 25/01/2005 10:08
Aggiungi queste altre che, a suo tempo, io avevo raccolto......


UNA DOMENICA UN PESCATORE


Domenica trasforma
in pescatore
di pesci d'acqua dolce
l'uomo stanco
di navigare in acque
amare e fonde
tra guai problemi
nodi e complicanze
tra l'inquilina
forse un po' distratta
che non paga l'affitto
da tre anni
e la sua fidanzata
un po' assillante
che lo incatena
giorno dopo giorno
così fugge
dalle acque amare e fonde
una domenica
che lo trasforma
in pescator di pesci
d'acqua dolce
e per tre volte
scende sulla riva
dove la sera
indugiano coppiette
punto del fiume
dove l'amor osa
e getta dentro al fiume
la morosa
e getta dentro al fiume
l'amorosa
e getta dentro al fiume
l'amo rosa.





LAVORI IN CORSO


Mi trovi in questo spazio
ricavato
con anni e sforzi
di scavi profondi
nella terra nel marmo
nel cemento
di giorni e di momenti
e situazioni
colpi del tempo
tra lo scavo e i crolli
aggiornando il registro
dei lavori
metri cubi di spazio
e le tue mani
partite vuote
ritornate piene
da lavori ultimati
sempre in corso
quando ogni istante
passa sopra al cuore
come un aratro
o come una cometa
e si fa il punto
poi si ricomincia
spazzando via
detriti e pentimenti
fino alla costruzione
di una nicchia
dove mi trovi adesso
in questo spazio
di nuovo paradiso
provvisorio
dove la luce
si specchia nel buio
ogni momento
libertà entusiasmo
ogni momento
abisso spalancato
dove tu puoi gettare
le tue mani
come memorie
o come salvagenti
come un pretesto
o come una ragione
per chiedere
per farsene ragione
partite piene
ritornate vuote
quando tornano ai polsi
le tue mani.



LA COPPIA

Come dentro un bicchiere
di sambuca
quando si scioglie una scheggia
di ghiaccio
si avvolge la serata
in un fine giornata
di soliti non so
ognuno gode come vuole
o può.

Accendono qualunque
trasmissione
purché sia video
luci colorate
o affidano speranza
all'aleatoria danza
che alterna rosso nero
e la verde illusione
dello zero.

Si chiudono nei circoli
salotti
nelle auto buie
su strade illuminate
altri cantano in coro
un vespro un ossimoro
nel silenzio assordante
di un monastero
di un ottovolante.

La coppia lei e lui
la donna e l'uomo
senza parole
musica richiami
gli occhi leggono gli occhi
spalle fianchi ginocchi
il già stato e l'adesso
giocano il gioco
magico del sesso.

Lei si è sfilata calze
sentimenti
pizzi ricordi intimità
stagioni
nuda senza difesa
sul linoleum distesa
ha un sussulto un sospiro
il gioco spezza e accelera
il respiro.


Lui si è levato pantaloni
ombre
camicia e turbolenze
di pensieri
e si abbandona al gioco
febbre favola fuoco
lei geme e lui al fianco
gocciola amore
sul linoleum bianco.



AZZERAMENTO


Attraverso grovigli
di strade
di palazzi cortili
intervalli di campi
coltivati a girasoli
o granturco
macchie di oscurità
fra lampioni e finestre
e altri occhi
di luce giallastra
spalancati sul vuoto
di una notte distratta,
vanno a coppie
intrecciate
ombre stanche
e indecise
abbracciate in un tango
in un bacio
in un soffio
di promesse e scommesse
d'una cosa
che certi,
i poeti gli ingenui
e gli illusi,
han chiamato
col nome di
amore.

COSE DEL CONFINE

Qualcosa è che è successo
o la superficialità
di un'apparenza
intrinseca esteriore
quanto si vuole
quando si vuole
quando non si può evitare #
la punta dell'iceberg rovesciato
dove la base o l'apice
è lo stesso
fa lo stesso
se il cuore
gira intorno al vuoto
e di vuoto
si nutre il pensiero
e questo non è sentimento
semmai metastasi
di sentimento #
dietro a un angolo
lo spazio di ventanni
leggerle un diesis disperso
nel fondo di una calza
in un surplace di nylon
agitarla attentamente
leggerle fortemente
le istruzioni
prima dell'uso
prima dell'abuso #
desiderio rinuncia
occhi bocca sorriso
immagine panchina
gambe incrociate
le sue forme sinuose
che piacciono tanto
agli uomini
ai pazzi ai poeti
ai tastieristi privi di musica
alla musica
dei sensi dei silenzi
da misurare e spargere
col contagocce
sulla bocca sugli occhi
sulla metastasi del sentimento #
matita che danza
sintesi chemio-cuore
per il vuoto che resta
ed il resto che cambia
che gira se gira
sopra intorno al pensiero
che gira nel vuoto
tra il vuoto
del cuore.

ANCHE SE COME SEMPRE
( A VOLTE NON LO SI DIREBBE )


Troppo rapidamente forse
scivolo acrobatico
in precario equilibrio
sulle parole sui pensieri
sul filo
con un ombrello aperto
sulla valanga
di nuove emozioni
poco romantiche
vagamente algebriche
magari disarmoniche
come note gettate alla rinfusa
tra pieghe delle mani
e di lenzuola
lasciate ad asciugare
nella nebbia
appese al filo
di un discorso incompiuto
come un poema discusso
senza troppo trasporto
da una critica
disinvolta e distratta
perduta fra le nuvole
e gli oggetti
dimenticati dentro ai ripostigli
oppure straripati dai cassetti
pieni di cose vecchie
vecchi di cose nuove
e fuori posto
come un capostazione ferroviario
aggrappato o a cavallo
di un aliante impazzito
che vola intorno al centro
dell'universo visibile
e a volte immaginario
come il futuro di ieri
quasi straordinario
affogato in un oggi qualsiasi
in un qualsiasi momento
di stasi e riflessione
su questo insolito nulla
e al di fuori del nulla
solo un nuovo cinismo conquistato
un algido sorriso acquistato
al prezzo di troppa lontananza
e senza più residuo di speranza
eppure nonostante tutto questo
ti amo come sempre
anche se come sempre
a volte non lo si direbbe.

GLI UOMINI NON SONO TUTTI UGUALI


Gli uomini non sono tutti uguali
però sembrano tali
se mescolati insieme alla rinfusa
nell'amalgama del tutto indistinto
ad uno sguardo sfuocato ed arreso
dalla distanza ed alla superfice
o dalla prospettiva ingannatrice
che oscilla fra la scienza e il pregiudizio
per cui gli uomini sono tutti uguali
fasci di nervi muscoli ironia
impalcature ossee ideali
vasi sanguigni grumi culturali
che vanno nella stessa direzione
con gli stessi affanni
imprigionati da una gabbia di anni
si corteggiano e dopo si respingono
si rincorrono e dopo si allontanano
scambiandosi e infliggendosi a vicenda
premi senza merito
condanne senza colpa
ritorni sempre privi di partenze
illusioni di assurde appartenenze
tutti lasciati andare alla speranza
di qualche imprecisato cambiamento
tutti uniti e dispersi
talmente uguali da essere diversi.




COSI' VEDO I TUOI OCCHI


Occhi di brace
occhi alla brace
al forno in tegamino
con contorno abbondante
di patate affogate
in salsa di ricordi
ricami e rime
fantasia di prosciutto
vario formaggio fuso
sciolto come i tuoi occhi
che colano sulle guance
gocciolano dal mento
sul seno sodo e poi
sul pavimento:
così vedo
i tuoi occhi.
Così
vedo i tuoi occhi:
incollati ad un video
teleschermo gigante
di colori e di storie
vaghe ed artificiali
storie d'amore supposte
e reclame di supposte
aspirine e sapone
che deterge
e profuma la pelle
dentifrici e assorbenti
mescolati col sangue
di una storia non vera
di spari a fior di labbra
rosa cronaca nera
tutta piena di amore
di assassini e sospiri.
Così vedo i tuoi occhi:
come un giro di vite
come vite rifatte
lotterie silicone
sensazioni di vetro
fissi contro il tramonto
di sogno e di cartone
che racconta di viaggi
ed isole palmate senza vento
avventure di sale
sottintesi palesi
di promesse lascive
di erotismi e vacanze
tra bagagli ed odori
di sudori e di stanze.
Così vedo i tuoi occhi:
come il vento che taglia
i tarocchi e le vene
la linea dell'ombra
la coda delle sirene
e ti toglie il respiro
ti regala uno stile
l'ora del grido
emozioni di plastica
e ardimenti del turbo:
vorrei farti l'amore
e invece ti masturbo.
Ti masturbo con gli occhi
con parole aggrovigliate
attorcigliate al sasso
che getto nello stagno
dei tuoi occhi
ed alle frecce
come dei segnali
che scoccano dall'arco
delle sopracciglia
sui tuoi occhi di brace
i tuoi occhi alla griglia.



L'ULTIMO CAFFE' APERTO

Appena due parole
son bastate
impastate di note imbrogliate
perché la caffetrice
dalle tette giganti
e la parrucca
biondo accidentale
con un gesto teatrale
sciogliesse un po' di trucco
sulla faccia
e appoggiasse le braccia
sul bancone schiumoso
dei ricordi di birra
così donando all'ultimo arrivato
un sorriso insaccato
e le sue labbra secche
per un povero bacio
dal sapore di cacio.



UN VALZER SI TROVERA'

(Valzer di Parole)


Zum
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappaffù
mano due ciminié
re
nel cielo della città
pappazzùm
pappavvò
lano due capiné
re
o pipistrelli chissà
rattazzùm
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappasvén
tolano panni sté
si
due gonne due calze blu
pappazzùm
pappannèl
l'aria odori sospé
si
d'erba gasolio e ragù
rattazzùm
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappassùl
le panchine del vià
le
i vecchi fermi stan là
pappazzùm
pappaccòn
un ombrello e un giornà
le
finché il tramonto verrà
rattazzùm
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappaddiùn
aereo la pancia gri
gia
si vede passar di lì
pappazzùm
pappazzùn
uomo con la valì
gia
cerca e non trova un tassì
rattazzùm
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappassò
gnano due carcerà
ti
la via della libertà
pappazzùm
pappaslì
ttano due innamorà
ti
verso la cattività
rattazzùm
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappaddàn
zano due muratò
ri
sopra un ponteggio lassù
pappazzùm
pappallà
bimba annaffia due fiò
ri
due gocce cadono giù
rattazzùm
pappà
zum
pappà
zum
pappà
zum
pappaccà
dono giù nella strà
da
piena di gente che va
pappazzùm
pappattàn
to dovunque si va
da
un valzer si troverà
pappazzùm
pappazzùn
valzer si trò
verà
zan zan.


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