00 17/10/2004 09:36
Sì, Paulie, credo lo abbiamo visto in tanti, forse tutti.




Attori: liam neeson,
ben kingsley,
ralph fiennes,
caroline goodall
Genere: Drammatico
Regista: steven spielberg



Dal libro dell'australiano Thomas Keneally "La lista"



Tratto dal romanzo di Thomas Keneally è la vera storia di Oscar Schindler, industriale tedesco, che nel 1938 capisce che è bene legarsi ai comandanti militari. Li frequenta nei locali notturni, offre bottiglie preziose. Quando gli ebrei sono relegati nel ghetto di Cracovia Schindler riesce a farsene assegnare alcune centinaia come operai in una fabbrica di pentole. All'inizia sembra sfruttarli, in realtà li salva. Di fronte alla persecuzione tremenda, il tedesco trasforma quella sua prima iniziativa in una vera missione, fino a comprare letteralmente le vite di quasi milleduecento ebrei (la famosa lista) che sicuramente sarebbero morti nel campo di Auschwitz. Questo film di Steven Stevenberg (del 1993) ha raccolto sette Oscar, compresi i due maggiori, al film e alla regia. Un film che "rimarrà"!

La persona di Oskar Schindler era, fino al film di Spielberg, praticamente sconosciuta.


Liam Neeson nel ruolo di
Oscar Schindler.





***


Oskar Schindler e gli altri

da un articolo di Annette Neises
pubblicato in "Avvenimenti" (maggio 1994).




Oscar Schindler
(1908-1974)


Oskar Schindler - un uomo alto e elegante ...
Un uomo alto e elegante si appoggiò alla scrivania del ragioniere e disse con voce leggermente alterata dall'alcol: "Domani si comincia. Per primo tocca alla Via Jozefa e la Via Izaaka." Il ragioniere ebreo guardò incredulo l'uomo biondo e elegante con il grande distintivo del partito nazista sulla giacca. Sapeva veramente qualcosa e se sapeva, perché rischiava per avvertirlo? Oppure stava minacciando, per fargli capire dove era il suo posto in quel mondo dominato da una mentalità malata. In ogni caso non credette a questo uomo d'affari che stava per comprare una fabbrica espropriata a degli ebrei e che era venuto a Krakovia solo per fare soldi. Piuttosto ci vedeva la previsione generica di un futuro oscuro per gli ebrei europei.

Il giorno dopo gli appartamenti degli ebrei nella via Josefa e la via Izaaka furono saccheggiati e la sinagoga incendiata dopo che le SS avevano costretto prima gli ebrei presenti a sputare sulla t'ora e poi li avevano fucilati.

Questo gesto fu tipico di Oskar Schindler, che era arrivato a Cracovia sulla scia degli occupanti nazisti per arricchirsi e finì invece per salvare più di 1200 ebrei, destinati a morire nell'inferno di Auschwitz. Ebbe contatti con alti ufficiali e funzionari nazisti con i quali beveva per corromperli, gli procurava sigarette, cognac e altri articoli di lusso difficilmente reperibili in tempi di guerra. Ma sin dall'inizio sentiva un forte orrore davanti al terrore nazista, e, pur continuando a fare affari - più sul mercato nero che con lo stato tedesco - cominciò a boicottare il sistema nazista e a salvare più ebrei che poteva. Perdendo tutto quello che aveva guadagnato gli trasferì insieme alla sua fabbrica davanti all'avanzata della armata rossa più a ovest nella sua città natale di Brünnlitz (oggi nella Repubblica Ceca). Riuscì addirittura a tirare fuori dopo quattro settimane le 300 donne che per un errore burocratico erano finite a Auschwitz: cosa giudicata impossibile e mai successa né prima né dopo quella volta.

Un giorno venne a sapere di diversi vagoni ferroviari piombati pieni di ebrei che per la confusione degli ultimi mesi della guerra stavano viaggiando da giorni senza cibo né acqua da una stazione all'altra. Schindler riuscì a prendere in mano i documenti di spedizione e senza esitare inserì Zwittau, la sua città natale, come stazione di arrivo. Liberò i sopravvissuti - che erano solo pelle ed ossa - e li portò nella sua fabbrica dove la moglie si prese cura di loro.

Oskar Schindler, che salvò più di 1200 ebrei dalla morte sicura nelle camere di gas di Auschwitz, fu uno sconosciuto nella Germania del dopoguerra. Il libro "La lista di Schindler" (Frassinelli, 29 500 Lire) dell'australiano Thomas Keneally dal quale Spielberg ha tratto il suo film fu scritto solo dodici anni fa e ha avuto appena un modesto successo. Nelle enciclopedie dove si trovano i nomi terribili dei criminali di guerra mancano quelli dei giusti fra i popoli, come vengono chiamati in Israele. Quei giusti fra i popoli dei quali esiste secondo la tradizione ebraica sempre un certo numero al di fuori del popolo eletto. Vengono onorati con degli alberi d'ulivo nella strada dei giusti a Gerusalemme dove esiste il museo e il centro di ricerca Yad Vashem che continua anche cinquant'anni dopo la fine della guerra a cercare le persone che hanno salvato ebrei durante quei terribili anni. Schindler poté piantare il suo albero nel 1959 e solo anni dopo, dietro la spinta dei 'suoi' ebrei, che ancora oggi si autodefiniscono 'gli ebrei di Schindler' ricevette anche in Germania una medaglie e una pensione minima.

... e gli altri eroi sconosciuti

Ma accanto a Schindler, che per il suo stile di vita ed il suo carattere poco comune, si prestava per un film di Spielberg - qualcuno lo chiamò l'Indiana Jones di Cracovia - esistevano tanti altri, in tutti i paesi occupati dagli nazisti, che si opposero al regime di Hitler e rischiando la propria vita salvarono i perseguitati. Sono per la più parte sconosciuti per diversi motivi: loro stessi non amano parlare di quello che hanno fatto, sia per modestia che per paura di conseguenze nella Germania del dopoguerra che assimilava senza problemi ex-nazisti ma che trattava gli oppositori del regime come paria. Anche le vittime non amano parlare molto di questo periodo, fatto comprensibile se si pensa agli orrori dei quali furono testimoni e vittime. Esiste, tra i motivi, anche un certo senso di colpa, perché loro sono vivi mentre tanti, tanti altri, spesso familiari o amici sono morti. E infine il problema più grosso, quello dei tedeschi stessi, che dopo la guerra coprirono il loro senso di colpa con la scusa che non sapevano niente e che in ogni caso non era possibile opporsi allo stato totalitario di Hitler. Furono i complici e simpatizzanti del regime nazista, o semplicemente quelli che avevano assistito come muti spettatori, che vollero dimenticare. Gente che non poteva sopportare di vedersi davanti giorno per giorno quelle stesse persone che, durante la dittatura, avevano mostrato tanto coraggio e umanità e che non avevano esitato a salvare i perseguitati.

Così tanti degli oppositori al regime di Hitler dopo la guerra sono rimasti sconosciuti, alcuni vissero in miseria - come sarebbe toccato a Schindler se non l'avessero mantenuto i suoi amici ebrei - ed altri ancora se ne andarono dalla appena nata repubblica federale come lo tentò anche Schindler che cercò la sua fortuna in Argentina. Paradossalmente la stessa terra, dove trovarono rifugio moltissimi criminali di guerra.


(http://www.viaggio-in-germania.de/schindler.html

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