Peppino e Totò

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danzandosottolaluna
00lunedì 28 febbraio 2005 10:37


dal film di Totò, girato nel giugno del '56 con esterni a Napoli e a Milano degli anni Quaranta.





Si tratta di una lettera che i due decidono di scrivere alla donna, una soubrette,di cui il loro nipote si è invaghito, per convincerla a "sparire" dalla vita del giovane.



E' Totò che detta la lettera a suo fratello, creando uno dei duetti più esilaranti :


TOTÒ - Giovanotto! Carta, calamaio e penna, su... avanti, scriviamo! Dunque... Hai scritto "dunque"?
PEPPINO - Eh, un momento no?
TOTÒ- E comincia su!
PEPPINO - Carta... calamaio... e penna... oh.. la carta...
TOTÒ - Signorina! ...Signorina!!
PEPPINO - E... dove sta?
TOTÒ - Chi è?
PEPPINO - La signorina!
TOTÒ- Quale signorina?
PEPPINO - Hai detto: "Signorina!"
TOTÒ - È entrata la signorina?
PEPPINO - E che ne so?


TOTÒ- Signorina!
PEPPINO - Avanti!
TOTÒ - Animale! "Signorina" è l'intestazione autografa! Della lettera! Oh! Signorina,...
(Peppino butta via il primo foglio di carta e comincia a scrivere su uno nuovo)
TOTÒ - E vabbè... non era buona quella signorina lì?
PEPPINO - Vabbè...
TOTÒ- Signorina, veniamo... veniamo.. noi... con questa mia a dirvi
PEPPINO - ...con questa mia a dirvi
TOTÒ- A dirvi... una parola! Addirvi!
PEPPINO - ... addirvi una parola...

TOTÒ - che
PEPPINO - che
TOTÒ- che
PEPPINO - che...
TOTÒ- che è?
PEPPINO - Uno? Quanti?
TOTÒ - Che è?
PEPPINO - Uno che?
TOTÒ - Uno che?
PEPPINO - Che è? Che è?
TOTÒ - Scusate se sono poche
PEPPINO - Che è?
TOTÒ - Che è? ... Scusate se sono poche... Ma settecentomila lire, punto e virgola, noi ci fanno specie che quest'anno, una parola, questanno c'è stato una grande moria delle vacche,
PEPPINO - ... una grande ...
TOTÒ - Come voi ben sapete. Punto!
PEPPINO - Punto.
TOTÒ - Due punti!
PEPPINO - ... due punti...

TOTÒ - Ma sì... fai vedere che abbondiamo... abbundandis in abbundandum.
Questa moneta servono... questa moneta servono... questa moneta servono a che voi vi consolate... Aoh... scrivi presto!
PEPPINO - ...con insalate...
TOTÒ - ... Che voi vi consolate...
PEPPINO - ... ah, avevo capito "con l'insalata"...
TOTÒ - E non mi far perdere il filo che ce l'ho tutta qui!...
PEPPINO - Eh, avevo capito coll'insalata!
TOTÒ - Dai dispiacere ... dai dispiacere che avreta... che avreta?... che avreta!! Eh già, è femmina... è femminile... che avreta perché... perché?

PEPPINO - Non so...
TOTÒ - Che non so?
PEPPINO - Perché che cosa?
TOTÒ - Perché che?
PEPPINO - Ahh!
TOTÒ - Dai dispiacere che avreta perché!!! È aggettivo qualificativo no?
PEPPINO - Ah, io scrivo...
TOTÒ - Perché dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimo di persona... Ma che stai facendo una faticata? S'asciuga il sudore...!
PEPPINO - Ehh...
TOTÒ - Che siamo noi medesimo di persona... vi mandano questo, perché il giovanotto è studente che studia... che si deve prendere una Laura...

PEPPINO - ... Laura...
TOTÒ - Laura! ... che deve tenere la testa al solito posto, cioè sul collo.
PEPPINO - ... sul collo.
TOTÒ - Punto, punto e virgola. Punto e un punto e virgola!
PEPPINO - Troppa roba!
TOTÒ - Ah, lascia fare! Che dicono che noi siamo provinciali... siamo tirati...

PEPPINO - Ma è troppo...
TOTÒ - Salutandovi indistintamente... salutandovi indistintamente... sbrigati! Salutandovi indistintamente ... i fratelli Caponi. Che siamo noi. Questa ... apri una parente. Apri una parente e dici: "che siamo noi". I fratelli Caponi. Hai aperto la parente?
PEPPINO - Mm.
TOTÒ - Chiudila!
PEPPINO - Ecco fatto
TOTÒ - Vuoi aggiungere qualcosa?
PEPPINO - Un "senza nulla a pretendere" non c'è bisogno?
Mah, "senza nulla a pretendere", non c'e' bisogno ?
TOTO'- In data odierna.


...





Gianni, infatti, ha abbandonato gli studi per seguire la soubrette Marisa in tournee all'insaputa della madre e degli zii.Questi saputolo vanno a Milano ad affrontare la donna,la quale sconfortata va con degli amici al ristorante. Gianni credendosi tradito canta...


"Malafemmena"

Versi e musica di Antonio De Curtis

Si avisse fatto a n'ato
chello ch'e fatto a mme
st'ommo t'avesse acciso,
tu vuò sapé pecché?
Pecché 'ncopp'a sta terra
femmene comme a te
non ce hanna sta pé n'ommo
onesto comme a me!...

Femmena
Tu si na malafemmena
Chist'uocchie 'e fatto chiagnere..
Lacreme e 'nfamità.

Femmena,
Si tu peggio 'e na vipera,
m'e 'ntussecata l'anema,
nun pozzo cchiù campà.

Femmena
Si ddoce comme 'o zucchero
però sta faccia d'angelo
te serve pe 'ngannà...

Femmena,
tu si 'a cchiù bella femmena,
te voglio bene e t'odio
nun te pozzo scurdà...

Te voglio ancora bene
Ma tu nun saie pecchè
pecchè l'unico ammore
si stata tu pe me...

E tu pe nu capriccio
tutto 'e distrutto,ojnè,
Ma Dio nun t'o perdone
chello ch'e fatto a mme!...



e commuove sia Marisa che gli zii,capitati anch'essi nel locale.La mamma di Gianni convintasi della buona fede di Marisa la invita a vivere con Gianni al paese una nuova vita più semplice.


U0M0 Invisibile
00lunedì 28 febbraio 2005 10:59
La divertente "scenetta" della lettera
E' stata successivamente ripresa in molti altri films, per esempio in: "non ci resta che piangere" di Massimo Troisi, è quasi identica.
Però non ricordo se quella di Totò fu la prima volta, mi viene il dubbio di averla vista anche in qualche film precedente.
danzandosottolaluna
00lunedì 28 febbraio 2005 19:20


Non ti so rispondere, io ricordo, come prima volta, quella di Totò e Peppino, ricordo benissimo quella di Troisi... e poi... basta...
se ti viene in mente qualche altra situazione, inseriscila, è interessante. Grazie.:permano:
walloz
00martedì 1 marzo 2005 00:46
Totò: Antonio Caponi
Peppino: Peppino Caponi
Vittoria Crispo: Lucia Caponi
Mario Castellani: Mezzacapa

Lucia "e allora, andiamo subito a Milano!"
Peppino "Ma che vai a Milano?!"
Totò "Ma sei pazza??"
Lucia "Perchè?!"
Totò "Ma che vai così a Milano??!"
Peppino "Eh!"
Totò "Oh! lo sai che per andare a Milano, per lo meno, ci vogliono 4 giorni di mare!"
Peppino "eh, di mare... se bastano!! che poi... ehhhevavaaeoo!!""
Totò "Ha detto tutto!!"
Mezzacapa "Ma che state dicendo, per piacere!! ma che mare e mare, a Milano ci si va per terra!"
Peppino "a piedi?!"
Totò "Eh, a piedi !!"
Peppino "Ma Mezzacapa??!"
Mezzacapa "Ma voi dove state vivendo!!"
Totò "A piedi!!!"
Peppino "eh, è una parola!!"
Mezzacapa "voi lo sapete dove sta Milano??"
Totò "In Calabria!! ehm, in Sardegna, ho sbagliato!!"
Mezzacapa "ma quale Calabria e Sardegna!! Milano è la capitale del nord!"
Totò "eh, lo sappiamo!"
Mezzacapa "Fate conto, questo è lo stivale, eh, qui in cima c'è il nord e qua sotto c'è il sud!"
Totò "E si capisce, noi siamo quelli che stiamo sotto lo stivale: i sudisti!!"

Totò e Peppino: due geni!! [SM=x515560]

nec spe nec metu
00martedì 1 marzo 2005 01:19
MISERIA E NOBILTA'
Pasquale: Felì qua ci sta il mio paltò; prendilo e portalo allo Scharcoutier qui alla cantonata.
Felice: E chi è questo sciaqquittiello??!...
Pasquale: Scharcoutier... il bottegaio... il pizzicagnolo, và!
Felice: Ah, il casantuoglio? E parla bene, no?
Pasquale: Vai dallo Scharcoutier e ti fai dare un chilo e mezzo di vermicelli; non ti far dare quelli doppi, perché io non li digerisco.
Felice: Pasquà, tu con questa fame, digerisci anche le corde di contrabbasso...
Pasquale: E il sugo poi, come lo vogliamo fare? Con la salsiccia? Si! I vermicelli, si fanno con la salsiccia. Oh, vediamo un pò; vai dal macellaio che ha la macchinetta, infila la pelle, mette la carne, Trrr... Tatà, Trrr... Tatà, e te li fai fare davanti a te. Se no, desisti. E poi, cos’altro ci mangiamo, solo i vermicelli con la salsiccia, rimaniamo così, asciutti asciutti? Vogliamo fare una bella padellata di uova?
Felice: Uova!...
Pasquale: Felì, tu te le mangi le uova?...
Felice: Eh, se me le dai... me le mangio.
Pasquale: Allora prendi una dozzina di uova. Assicurati che siano fresche; tu prendi l’uovo tra le dita, lo agiti, e se è
fresco, lo prendi, se no... desisti.
Felice: Desisto.
Pasquale: Ah. E le uova come ce le facciamo, così, senza niente? Una mozzarella! Felì, le uova vanno fatte con la mozzarella. Tu chiedi mezzo chilo di mozzarella d’Aversa, freschissima; assicurati che sia buona. Tu prendi la mozzarella tra due dita, così, premi la mozzarella, e se cola il latte, la prendi, se no, desisti.
Felice: Desisto!
Pasquale: Poi ti fai dare anche due lire di resto dallo Scharcoutier, e vai dal vinaio all’angolo, e dici: qua mi manda Don Pasquale il fotografo, e ti fai dare due litri di Gragnano frizzante; assicurati che sia Gragnano; tu te lo fai versare, lo assaggi, e se è Gragnano lo pigli, se no, desisti.
Felice: Desisto sempre, io!
Pasquale: E poi, diente più? Ah, prendi pure nu’poco e’ frutta secca, noci, nucelle e nu’ grappolo d’uva; e poi, uscendo, vai dal tabacchino sotto al palazzo, e prendi due sigari, uno per me, e uno per te. E il resto me lo porti, vài.
Felice: . . . Pasquà, ma qui dentro ci fosse il paltò di Napoleone??!...
Pasquale: . . .E che c’entra, paltò di Napoleone! C’è... C’è il mio paltò, di quando mi sposai con mia moglie, Concetta, e...
Felice: Lo conosco, lo conosco quel paltò... Quello, se lo porto dallo sciarconnièr a chiedere tutta questa robba, me piglia a calci!
Pasquale: Ma come...
Felice: E poi non ci posso andare dallo scianttonièer qui all’angolo, tiè, pigliati il tuo paltò.
Pasquale: ...E perché non ci puoi andare?
Felice: Perché ci ho ancora il mio paltò da spegnorare...
Pasquale: Se è per questo, non ci posso andare neanch’io, perché abbiamo impegnate ancora le coperte d’inverno...




CharlesTrockley
00mercoledì 2 marzo 2005 20:45
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