Charles Baudelaire

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Letterato
00domenica 19 novembre 2006 02:06




LII



...Voglio narrarti, languida incantatrice! le bellezze
divine che ornano la tua giovinezza,
ti voglio dipingere la bellezza
in cui l'infanzia si allea con la maturità.

Il tuo seno che avanza e preme la stoffa cangiante,
il tuo seno trionfante e' come un bell'armadio
dalle pareti curve e lucenti
come gli scudi splendono di lampi catturati;

provocanti scudi, armati di punte rosa!
armadio dai dolci segreti, pieno di buone cose,
di vini, di profumi, di liquori
che mandano in delirio il cervello e il cuore!

Quando con l'ampia gonna vai fendendo l'aria,
sei come un bel vascello che prende il largo,
pieno di vele, e se ne va sfumando
con un ritmo dolce, e pigro, e calmo...


Tratto da "La bella Nave" ("I fiori del male", LII)

La donna non è parte della nave ma la nave
stessa che nelle acque della vita incede sicura, maestosa
imperturbabile.

Quando, nei momenti di solitudine cercata rifletto, tra le più belle sinfoniche armonie che spesso mi circondano, viaggio attraverso la bellezza e la ricerca di un'estasi sedante. Allora, cerco e ritrovo nella memoria versi che valgono una concreta e seducente compagnia cercata: quella della condivisione nell'osservare, magari ad occhi chiusi, la profumata silente bellezza che sola una donna sa trasmettere. Ora ch'è tarda ora, è uno di quei momenti e Baudelaire, mi torna in mente arrecandomi il cullare di una navigazione dove, attraverso un oblò intravvedo la serenità, quella che solo una donna sa donarti guardandoti e esprimendo, con la fissità, il profumo di un'estasi che vorrsti non finisse mai.


Letterato



danzandosottolaluna
00lunedì 20 novembre 2006 17:00
C'è anche questa traduzione, di pari bellezza e fascino. Grazie, Vincenzo

O mia tenera maga, voglio dirti le lodi
delle tante bellezze di cui t'adorni e godi;
la tua bellezza dipingerti voglio,
fatta d'acerba grazia e d'adulto rigoglio.

Quando vai sventagliando con l'ampia gonna l'aria,
sembri una bella nave che prenda il largo, carica
di vele, sopra l'acqua dondolandosi
secondo un ritmo dolce, un ritmo pigro e blando.

Sul collo largo e pieno, sugli omeri opulenti
come un trofeo d'insolite grazie la testa ostenti,
e placida non meno che imperiosa
per la tua via procedi, fanciulla maestosa.

O mia tenera maga, voglio dirti le lodi
delle tante bellezze di cui t'adorni e godi;
la tua bellezza dipingerti voglio
fatta d'acerba grazia e d'adulto rigoglio.

Il tuo seno che sforza la seta, baldanzoso
e superbo, il tuo seno è un mobile prezioso,
nei cui pannelli lucidi e bombati,
come in due scudi, i lampi rimangono impigliati.

Scudi piccanti, ch'armano rosee punte protese!
Stipo ricolmo di mille dolcissime sorprese,
di vini, di profumi, di liquori
che accendono una febbre nei cervelli e nei cuori!

Quando vai sventagliando con l'ampia gonna l'aria,
sembri una bella nave che prenda il largo, carica
di vele, sopra l'acqua dondolandosi
secondo un ritmo dolce, un ritmo pigro e blando.

Le tue nobili gambe contro le balze guizzano
e in fondo al cuore oscuri desideri ci aizzano,
come due fattucchiere che un immondo
beveraggio rimestino in un vaso profondo.

Fra le tue braccia, boa scintillanti e feroci,
che sanno farsi giuoco degli ercoli precoci,
serri l'amante con tale ardore
che par tu voglia fartene un suggello sul cuore.

Sul collo largo e pieno, sugli omeri opulenti
come un trofeo d'insolite grazie la testa ostenti,
e placida non meno che imperiosa
per la tua via procedi, fanciulla maestosa.



[SM=x515639]
Aronne1
00venerdì 24 novembre 2006 09:12



Anche in questa poesia, è una donna l'oggetto d'ispirazione, non una donna qualsiasi, ma l’incarnazione di una bellezza e la folgorazione, quasi l’apparizione sacrale della bellezza in sé.


A una passante

Ero per strada, in mezzo al suo clamore.
Esile e alta, in lutto, maestà di dolore,
una donna è passata. Con un gesto sovrano
l'orlo della sua veste sollevò con la mano.

Era agile e fiera, le sue gambe eran quelle
d'una scultura antica. Ossesso, istupidito,
bevevo nei suoi occhi vividi di tempesta
la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.

Un lampo... e poi il buio! - Bellezza fuggitiva
che con un solo sguardo m'hai chiamato da morte,
non ti vedrò più dunque che al di là della vita,

che altrove, là, lontano - e tardi, e forse mai?
Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;
so che t'avrei amata, e so che tu lo sai!

[SM=x515601]
danzandosottolaluna
00venerdì 24 novembre 2006 18:18


Grazie, Paolo, di questo contributo a quello già apprezzatissimo di Vincenzo. [SM=g27811]
|senya|
00sabato 6 gennaio 2007 18:45
Da 'Le spleen de Paris', forse la mia opera preferita di Baudelaire...In questo testo adoro soprattutto il finale, da un indicibile senso di apertura e libertà, sembra di sentireil vento...

LO STRANIERO





«Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?

- Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.

- I tuoi amici?

- Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.

- La patria?

- Non so sotto quale latitudine si trovi.

- La bellezza?

- L'amerei volentieri, ma dea e immortale.

- L'oro?

- Lo odio come voi odiate Dio.

- Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?

- Amo le nuvole... Le nuvole che passano... laggiù... Le meravigliose nuvole!»

|Calliope|
00mercoledì 25 luglio 2007 11:45
Re:

Scritto da: danzandosottolaluna 20/11/2006 17.00
C'è anche questa traduzione, di pari bellezza e fascino. Grazie, Vincenzo

O mia tenera maga, voglio dirti le lodi
delle tante bellezze di cui t'adorni e godi;
la tua bellezza dipingerti voglio,
fatta d'acerba grazia e d'adulto rigoglio.

Quando vai sventagliando con l'ampia gonna l'aria,
sembri una bella nave che prenda il largo, carica
di vele, sopra l'acqua dondolandosi
secondo un ritmo dolce, un ritmo pigro e blando.

Sul collo largo e pieno, sugli omeri opulenti
come un trofeo d'insolite grazie la testa ostenti,
e placida non meno che imperiosa
per la tua via procedi, fanciulla maestosa.

O mia tenera maga, voglio dirti le lodi
delle tante bellezze di cui t'adorni e godi;
la tua bellezza dipingerti voglio
fatta d'acerba grazia e d'adulto rigoglio.

Il tuo seno che sforza la seta, baldanzoso
e superbo, il tuo seno è un mobile prezioso,
nei cui pannelli lucidi e bombati,
come in due scudi, i lampi rimangono impigliati.

Scudi piccanti, ch'armano rosee punte protese!
Stipo ricolmo di mille dolcissime sorprese,
di vini, di profumi, di liquori
che accendono una febbre nei cervelli e nei cuori!

Quando vai sventagliando con l'ampia gonna l'aria,
sembri una bella nave che prenda il largo, carica
di vele, sopra l'acqua dondolandosi
secondo un ritmo dolce, un ritmo pigro e blando.

Le tue nobili gambe contro le balze guizzano
e in fondo al cuore oscuri desideri ci aizzano,
come due fattucchiere che un immondo
beveraggio rimestino in un vaso profondo.

Fra le tue braccia, boa scintillanti e feroci,
che sanno farsi giuoco degli ercoli precoci,
serri l'amante con tale ardore
che par tu voglia fartene un suggello sul cuore.

Sul collo largo e pieno, sugli omeri opulenti
come un trofeo d'insolite grazie la testa ostenti,
e placida non meno che imperiosa
per la tua via procedi, fanciulla maestosa.



[SM=x515639]



Ma chi mai ha scritto questa traduzione DIVINA?
Sono rimasta senza parole [SM=g27831]
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