“Cast Away” di Robert Zemeckis

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danzandosottolaluna
00sabato 21 agosto 2004 15:59


Regista: Robert Zemeckis
Attori : Tom Hanks, Helen Hunt



Chuck Noland (Tom Hanks) è un ingegnere esperto di sistemi informatici e la sua vita professionale è scandita da ritmi frenetici. Ogni momento della sua giornata è programmato per ottenere sempre il massimo, ma se ogni aspetto del suo lavoro va a gonfie vele non si può dire altrettanto della sua vita privata.
Gli impegni gli lasciano poco tempo da dedicare a Kelly (Helen Hunt)la ragazza con la quale è fidanzato da molti anni



La sua vita è destinata ad un drastico cambiamento quando, sopravvissuto ad un incidente aereo, si ritrova su un'isola deserta, tagliato fuori dal mondo, in condizioni ambientali disastrose e nella totale disperazione di un isolamento che durerà quattro anni



Senza alcun contatto umano e senza gli agi della vita quotidiana, Chuck deve cercare di sopravvivere e più passa
il tempo più subisce una trasformazione fisica e psicologica; senza le pressioni del mondo moderno, le sue convinzioni
sulla vita e sul successo mutano profondamente.
Si tratta di una storia con ambientazione contemporanea che esplora i vantaggi e le crudeltà che ci riserva il destino e la capacità di sopravvivenza dello spirito umano.
È un racconto su come è possibile ritrovare la strada di casa non solo dal punto di vista fisico ma anche, e soprattutto, emotivo.
Un modo per cercare di capire chi siamo per riscoprire le cose più importanti della vita attraverso una crescita spirituale che mostra come in realtà sopravvivere sia semplice, ma è la vita ad essere molto più difficile.
Infatti, Chuck, ritornato al mondo dei vivi, grazie ad un'imbarcazione di fortuna, da lui costruita e grazie ad un salvataggio, operato da una piattaforma petrolifera, scopre di aver perso nuovamente la donna amata, perchè, dopo anni di vana attesa, la ritrova moglie e sposa del suo dentista...
ma l'esperienza vissuta è ormai racchiusa in questa riflessione del protagonista:


"Devo continuare a respirare perché domani il sole sorgerà e chissà la marea cosa potrà portarmi."


Chuck Noland è l’epitome dell’uomo (post)moderno. Costantemente in movimento, intrappolato dalla barriera fisica della distanza, in perenne lotta contro il tempo.
La velocità è sinonimo di successo, ricchezza.
Belle macchine, una bella fidanzata, una casa accogliente. Chi si ferma è perduto.
L’isola solitaria è il contrappasso del mondo moderno. Pochi metri quadrati, uno spazio limitatissimo. Un enorme lasso di tempo da trascorre sull’isola.
Più di quattro lunghi anni da vivere in un punto a mala pena segnato dalle cartine.
Un nulla all’interno di un grande vuoto come l’oceano.





Ecco invertiti gli elementi dell’espressione algebrica. Dalla velocità scaturisce la lentezza. Il tempo dilatato a dismisura. Un tempo sospeso e misurato come accadeva all’uomo primitivo.
Non più giorni, settimane, mesi e anni, ma fenomeni atmosferici. Vento e pioggia. Due linee tracciate a mano che si intersecano su una roccia. Un tempo dilatato a dismisura anche nel profilmico. Riprese durate ben sedici mesi con una sospensione di circa un anno per dar modo a Tom Hanks di perdere circa venticinque chili e renderlo credibile nella parte di naufrago, da anni abbandonato su di un’isola deserta. Il tempo e il corpo.


(reVision, Fabrizio Pirovano e altro....)

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