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26/02/2005 16:19 | |
Il ladro e corriere di preziosi Franky Quattrodita fa scalo a Londra. Nella capitale inglese deve piazzare pietre di piccolo taglio presso il cugino del suo capo Doug "La Zucca" e presso altri gioiellieri di Hatton Garden. Nel corso del suo soggiorno viene convinto da Boris Lametta ad assistere a un incontro di boxe illegale. Franky non sa che proprio Boris gli ha teso una trappola. Nel frattempo il Turco e Tommy stanno tentando la scalata al vertice dell'organizzazione che gestisce gli incontri di boxe clandestina.
Doppio registro narrativo tenuto sotto controllo dal regista/sceneggiatore il cui primo ciak, fuori campo, coincide con un casting originale, brioso e indovinato. Brad Pitt si rilassa nel ruolo dello zingaro-pugile irlandese, dall'idioma incomprensibile. Benicio Del Toro si "maschera" da rapinatore e tutti gli altri (molti arrivano dall'opera prima di Ritchie) abbracciano i ruoli con orgoglio e autoironia. Mentre il regista gioca con i dialoghi e con le inquadrature, i suoi attori, appena usciti dalla scuola dei duri, spietati, furbi, smaliziati e infantili, si lanciano, come maratoneti, nella pista disegnata per loro da un intreccio arzigogolato, straripante, fratto. La doppia velocità è l'unità di misura della forma narrativa. Il colpo di scena è la norma e non l'eccezione. La ronde dei balordi, feroci e ridicoli, vigliacchi e cialtroni, accelera e frena all'improvviso. Flash avanti e indietro, frame stop, ralenti, tagli vorticosi tonificano uno spiritoso e arguto talento visivo. La frenesia è il bioritmo cinematografico che coniuga il neopop e l'irresistibile sfrontatezza del cool.
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