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22/08/2004 03:15
 
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Titolo originale: Apocalypse Now - Redux

Nazione: Usa

Anno: 1979

Genere: Guerra/Azione/Drammatico

Durata: 197'

Regia: Francis Ford Coppola


Cast

MARLON BRANDO
ROBERT DUVALL
DENNIS HOPPER
MARTIN SHEEN
HARRISON FORD
FRANCIS FORD COPPOLA
VITTORIO STORARO
DEAN TAVOULARIS
MARK COPPOLA
SAM BOTTOMS
BO BYERS
COLLEEN CAMP
LARRY CARNEY
LINDA CARPENTER
LAURENCE FISHBURNE
FREDERIC FORREST
SCOTT GLENN
ALBERT HALL
JAMES KEANE
DAMIEN LEAKE
TOM MASON
RON MCQUEEN
HERB RICE
JERRY ROSS
KERRY ROSSALL
G.D. SPRADLIN
WILLIAM UPTONE
DICK WHITE
CYNTIA WOOD
JERRY ZIESMER



Produzione:
Zoetrope Studios

Distribuzione:
Miramax





"Apocalypse Now Redux" (nuova versione con 49 minuti di scene inedite) riaccende il mito del capolavoro di Francis Ford Coppola sull'inferno del Vietnam. Ma più che un film di guerra è una lenta discesa negli inferi dell'abiezione umana.



di Claudio Fabretti

Arriva la nuova versione di “Apocalypse Now”, arricchita con 49 minuti di sequenze inedite. E si riaccende il mito del film-culto di Francis Ford Coppola dedicato all’inferno del Vietnam. Un film dalla inquietante carica visionaria, che è in realtà una parabola sui destini umani. Una parabola folle e senza speranza, che si compie sulle note “apocalittiche” di “The End” dei Doors. “Apocalypse Now Redux” – così è intitolata la nuova versione – è la trasposizione a oggi dello spirito originario del film. "Era il 1979 e rischiavamo il disastro finanziario – ha raccontato Coppola -. Avevo ipotecato tutto quello che possedevo per coprire personalmente i 16 milioni di dollari extra budget, e la stampa continuava a chiedere: Apocalypse quando? Così abbiamo plasmato il film in modo da farlo funzionare per il pubblico di allora, cercando di farlo assomigliare il più possibile a una pellicola di guerra. Questo mi ha incoraggiato a rimetterci mano, per realizzarne una nuova versione".



La nuova edizione del film (tre ore e 22 minuti) presenta alcune sequenze aggiuntive, due nuovi brani di colonna sonora e un'immagine finale diversa da quella originale. Un’opera imponente e violenta. Una ricostruzione storica, ma soprattutto una denuncia politica. “Nella versione che ho rielaborato, ‘Apocalypse now’ affronta tutti i temi originali ma con maggior chiarezza: il risultato è un film più più sexy, più divertente, più bizzarro, più romantico e politicamente più intrigante. Insomma un film che, come l'originale, fa sentire al pubblico cosa sia stato il Vietnam: l'immediatezza, la follia, l'euforia, l'orrore, la sensualità e il dilemma etico e morale della più surreale e spaventosa guerra combattuta dall'America".

Il film, liberamente tratto da "Cuore di tenebra" di Joseph Conrad, venne presentato nel 1979 a Cannes dove vinse la Palma d'oro, e si aggiudicò due Oscar "tecnici" nel 1980 (a Vittorio Storaro per la fotografia e a Walter Murch per il suono). Aveva richiesto tre anni di lavoro, di cui un anno e mezzo di riprese nella giungla delle Filippine funestate da incidenti di ogni tipo (tifoni, epidemie, malori) e oltre un anno di montaggio.

Protagonista della storia è il capitano Willard (Martin Sheen) che, nell'inferno del Vietnam, viene incaricato dai servizi speciali di portare a termine una “missione sporca”: uccidere il colonnello Walter E. Kurtz (un memorabile Marlon Brando), ex-militare modello americano, che in Cambogia ha creato un efferato regno personale in cui è venerato come un dio. Un uomo scomodo, abbrutito dagli orrori delle guerre e sostenitore del motto machiavellico che il fine giustifica sempre i mezzi. Il film racconta, per oltre due terzi, il viaggio per giungere a destinazione: lungo la strada tanti episodi di gratuita crudeltà, tra caos e decadenza. Con personaggi indimenticabili come il colonnello Kilgore (Robert Duvall), che subito dopo aver distrutto un villaggio vietcong (la famosa scena degli elicotteri, con la wagneriana "Cavalcata delle Valchirie") pensa solo a fare surf. La lunga risalita della barca lungo il fiume è in realtà una discesa nei gironi danteschi dell’inferno vietnamita. L'ultima parte, invece, è centrata sull'incontro con Kurtz, sul suo elogio dell'orrore ("bisogna farselo amico", spiega a Willard) e sulla sua avversione per ciò che è finto: "Odio il tanfo della menzogna", è la sua filosofia. Prima di “The End”, la fine.



"Apocalypse Now" non è un semplice film di guerra. È un viaggio nelle tenebre dell'animo umano, là dove si annida il male, la follia, l'orrore. È un film sul non detto delle guerre, sulle missioni coperte da segreto e che non saranno mai svelate. "Credo che chiunque faccia un film di guerra, in realtà faccia un film contro la guerra - ha spiegato Coppola -. Ne sono la prova quasi tutti i film del genere. Il mio è piuttosto un film contro la menzogna, perché quello che a me fa più orrore, e che perpetua la possibilità della guerra, è che una cultura riesca a mentire su ciò che accade realmente durante la guerra, sulle persone brutalizzate, torturate, mutilate e uccise, e in qualche modo riesca a dare a tutto questo una parvenza di moralità".

Nella versione originale i toni della denuncia, comunque chiari, erano sfumati dall'ottica degli anni Settanta. Da allora a oggi pellicole come "Platoon" e "Full Metal Jacket" hanno squarciato il velo dell’ipocrisia. Ma Coppola aveva già chiaro il suo quadro allora e ora ha rielaborato l'affresco nella sua completezza nella nuova versione. Tra le sequenze aggiunte, c'è quella dell'arrivo della barca di Willard in una piantagione francese al confine con la Cambogia, con spiegazione politica del colonialismo e notte d'amore con una donna della famiglia (Aurore Clement). C'è anche una versione più estesa della scena con le conigliette di "Playboy" inviate al fronte per un surreale spettacolo tra i marines mentre cadono le bombe. Ma la vera chicca è un terzo "ripescaggio", in cui Kurtz legge a Willard dei ritagli di giornali che parlano della guerra in Vietnam in maniera falsamente ottimistica. "Questo spezzone - ha raccontato Coppola - non si sarebbe potuto mostrare vent'anni fa, perché dà chiara prova di come l'opinione pubblica americana sia stata ingannata". Infine, l'ultima immagine che appare sullo schermo, prima dei titoli di coda, è cambiata: ora c'è un primo piano di Sheen. Ma ciò che resta nella mente e nel cuore dello spettatore è l'identica sensazione di chi vide il film nel '79: "L'orrore... l'orrore...", così come invocato da Kurtz nella sequenza finale.



Il ritmo della pellicola si dilata progressivamente fino al convulso finale, ed è un lento, magico incedere di immagini ed emozioni, grazie anche alla suggestiva fotografia di Storaro. Il gusto per l'estetica sconfina a tratti in autocompiacimento, ma senza mai nuocere al pathos della storia. Il lavoro di restauro compiuto sulla pellicola non si limita a un semplice recupero dell'originale, ma, se possibile, ne migliora la qualità. E il sonoro, già all'epoca in Dolby 5.1 (fu il primo film a utilizzare questa tecnica innovativa) è ancora una volta portentoso. Eccessivo, delirante, radicale, "Apocalypse Now" è il più visionario e surreale dei film sul Vietnam. Benvenuti nel cuore di tenebra dell'umanità. Benvenuti nel regno dell’orrore.





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Wizard & Elf
05/01/2005 18:02
 
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"adoro l'odore del napalm la mattina...sa di vittoria"

un grande film..un grande regista un grande marlon brando..
una delle scene che preferisco e quella degli elicotteri col sottofondo di the end dei doors...
07/01/2005 04:26
 
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Una delle migliori, sì...

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Stella di Sshhh...
17/01/2005 11:52
 
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Rivedo spesso la cassetta. Brava principessa.:flow:


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Wizard & Elf
30/07/2006 22:05
 
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"l'orrore......"

un altro monumento.. epocale. [SM=x515521]
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di passaggio
22/08/2006 11:25
 
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A me ha sempre messo i brividi la scena nella quale il colonnello Kilgore (Robert Duvall) cammina, dopo un assalto, tra i cadaveri di vietcong, assegnando ad ogni morto una carta da gioco, fino a quando ne trova uno ferito che si "tiene dentro" le budella con una mano; chiede una borraccia per potergli dare dell'acqua, che "se un uomo ha abbastanza fegato da combattere con le budella in mano, può bere dalla mia borraccia ogni volta che vuole", sennonche' poco dopo arriva un sottoposto a dirgli che e' appena sbarcato, insieme ad un gruppo di soldati, un famoso surfista californiano, e lui, appassionato di questo sport, si disinteressa completamente del vietcong ferito lasciandolo cosi' al suo triste destino.



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