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25/02/2005 21:06
 
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Re:

Scritto da: Salkaner 18/02/2005 19.06
Anche per me uno dagli assoluti capolavori della fantascienza.

Anche se sono uno dei pochi a preferire la versione originale alla Director's cut, che secondo me, gli toglie un po' di poesia...

voi quale versione preferite?



Preferisco SOLO e di gran lunga la versione storica, quella con il commento di Deckard. La Director's cut toglie TUTTA la poesia del film: quella versione la vidi al cinema, convinto di trovare chissà che cosa; fu un'autentica delusione, oltre che una presa per i fondelli. Convivo ancora con la mia VHS e me ne vanto.

[SM=x515595]
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10/04/2005 15:59
 
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Anche io ho la vecchia cara videocassetta...ma non ho più il videoregistratore...[SM=g27829] ...

[SM=x515520] [SM=x515524]
05/09/2005 23:32
 
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Gemy, ho tolto le immagini perché non si vedevano più!
Ne troverò altre... stanotte[SM=x515520]

[SM=x515524]
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06/09/2005 02:12
 
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[SM=x515570] ne ho inserita una...sicuramente ne troverai di nuove...
non mancano le immagini di questo capolavoro cinematografico[SM=x515520]

[SM=x515602]
06/09/2005 03:08
 
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Sshhh.. Riesci a sentirmi?
Sono da Millenni nel Canto del Vento, nel Profumo del Mare.. Protetta dalla Luce Mia Custode... - Marzia -

[Modificato da fairy67 06/09/2005 3.10]

06/09/2005 03:16
 
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06/09/2005 03:26
 
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06/09/2005 03:27
 
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06/09/2005 03:33
 
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06/09/2005 03:42
 
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06/09/2005 03:52
 
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[SM=x515583] [SM=x515583] [SM=x515583] [SM=x515583] [SM=x515583] [SM=x515583] [SM=x515583]

06/09/2005 03:59
 
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Penso possano bastare...
[SM=x515641] [SM=x515641] [SM=x515641] [SM=x515641] [SM=x515641] [SM=x515641] [SM=x515641] [SM=x515641] [SM=x515641] [SM=x515641] [SM=x515641]

[SM=x515577]

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06/09/2005 04:09
 
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Penso proprio di si! [SM=g27811]
ottimo lavoro :striz3:
[SM=x515520]

[Modificato da darcri 06/09/2005 4.10]

06/09/2005 04:13
 
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[SM=x515520] [SM=x515571] [SM=x515520]

[SM=x515572]

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01/10/2005 15:03
 
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Il film è grandioso,ma provate a leggere anche il racconto da cui è tratto.."Cacciatore di androidi" di Philip K.Dick o se preferite la versione in inglese.."Do Androids Dream of Electric Sheep?"




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01/10/2005 15:19
 
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Syd Mead, da Blade Runner a Strange Days


Syd Mead, il creatore degli ambienti futuribili di Blade Runner, Johnny Mnemonic e Strange Days, ha inaugurato a Torino Virtuality 2004. L'omaggio ad un artista visionario che ha lasciato un'impronta indelebile nell'immaginario collettivo. Cinematografico, ma non solo. Non più tardi di qualche mese fa, sessanta scienziati hanno definito Blade Runner il miglior film di fantascienza di tutti i tempi, suffragandone il culto ormai incrollabile e lo status di classico del cinema. Eppure "Harrison Ford l'ha sempre odiato. Forse perché Rutger Hauer, il suo antagonista, gli faceva ombra". Lo ricorda Syd Mead parlando del film di Ridley Scott al quale il celebre concept designer americano, oggi settantaduenne, donò quella particolare atmosfera decadente e notturna, in una Los Angeles eternamente piovosa, da noir del futuro, rimasta scolpita nella memoria collettiva e nei testi di storia del cinema.
Da ormai cinquant'anni impegnato ad immaginare il futuro, a disegnarlo e a trasformarlo in qualcosa di concreto - che si tratti di film o di prodotti industriali - Mead fa scorrere davanti all'attenta platea di Virtuality la progressione dei bozzetti preparatori delle auto e degli edifici ideati (e a volte scartati) per Blade Runner, sullo stesso schermo sul quale poco prima ha commentato i progetti realizzati negli anni '70 per i sontuosi interni del Boeing 747 privato del sovrano saudita re Fahd. In entrambi i casi si trattava di inventare qualcosa di totalmente inedito, "un esercizio d'immaginazione che - secondo Mead - ha a che fare con quei segmenti di memoria che ognuno di noi ha accumulato dentro di sé, in una sorta di 'library' di immagini, suoni, odori, paure. Il risultato deve essere una rielaborazione sempre nuova e sorprendente, ma riconoscibile da tutti". Per Mead, l'incontro vero e proprio con il cinema è stato un caso. Eppure, già dalla fine degli anni '50, quando si occupava di design per la Ford progettando prototipi di automobili levigatissime e aerodinamiche, e anche in seguito lavorando per la Philips e per molta altre aziende internazionali, era solito contestualizzare i suoi progetti avveniristici disegnandoli all'interno di scene di vita, "creando un piccolo racconto, una sorta di montaggio cinematografico". Sia che si trattasse di un tostapane o degli interni di uno yacht. Del resto, per fare il suo mestiere "bisogna essere un po' scienziato pazzo, un po' creativo e un po' artista", e l'ha dimostrato anche con il suo progetto per Ground Zero, dove ha immaginato di far elevare al posto delle Torri Gemelle una enorme cattedrale piramidale.
Lei è stato un pioniere degli effetti visivi e ha visto evolvere quest'arte anno dopo anno. Qual è stata la natura profonda della sua sfida nella ricerca di immagini innovative?
Collaborare in maniera adeguata con il regista fa sicuramente parte della sfida: aiutarlo a visualizzare l'aspetto visivo del film. Poiché i film riguardano le storie ambientate in mondi particolari che vivono per lo spazio di due ore, ecco che questi universi cinematografici hanno bisogno di tutto quello che abbiamo noi nel mondo reale. Vestiti, ambienti, oggetti…Stabilito l'aspetto di questo mondo è necessario collaborare con lo scenografo, il costumista e il direttore di fotografia per fornirgli un'immagine omogenea. L'industria degli effetti speciali, però, è cambiata oggi come oggi.

In che senso?
Basta prendere un film come The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo di Roland Emmerich per accorgersi come sono gli effetti speciali a guidare l'esperienza di visione di quella pellicola. Un film che non si sarebbe mai potuto realizzare prima di una decina di anni fa. Si tratta di un fenomeno totalmente nuovo in cui gli effetti visivi sono quasi esasperati.
Nei film in cui lei ha lavorato l'elemento umano era, invece, comunque preponderante. Qual è il giusto equilibrio tra effettistica e narrazione tradizionale?
Il futuro è difficile da prevedere, perché - in genere - rappresenta sempre una sorpresa. Tom Hanks e il suo Polar Express segnano l'inizio di qualcosa completamente nuovo. Quando James Cameron ha diretto Titanic aveva delle figure digitali che cadevano dall'alto della nave che affondava. All'epoca si trattava di figure distanti su un campo lungo. Io, invece, credo che gli attori digitali arriveranno prima di quanto si creda. Oggi è difficile replicare la pelle così come per Alla ricerca di Nemo era complicatissimo riuscire a dare il senso della lucentezza dei pesci. Eppure sono convinto che quanto prima andremo oltre il risultato raggiunto con Final Fantasy.
Eppure ci sono film dove l'effettistica digitale non smuove più tanto in mancanza di una storia credibile. Qual è la qualità necessaria ad un film di fantascienza per diventare un classico?
Pensi a Casablanca, Il gabinetto del Dottor Caligari e a Metropolis. Questi film per quanto diversi tra loro sono tutti classici perché accomunati da un sentimento di paura di ciò che è sconosciuto combinato con una serie di suggestioni differenti. Elementi culturali, romantici, di avventura danno vita a mescolanze molto potenti in grado di trasformare un film e renderlo decisamente un classico immortale. Il cuore di tutto questo è dato sempre da emozioni umani che interagiscono in circostanze in cui accadono cose sorprendenti.
Il livello raggiunto dagli effetti speciali è incredibile: lei non crede che in base all'esperienza del cinema è bene non dare per scontato quello che vediamo nei telegiornali e - magari - imparare a dubitare?
Certamente! Se non svilupperemo una coscienza diversa sarà sempre più difficile potere distinguere tra realtà e finzione. Una dittatura potrebbe servirsi in maniera spaventosa di queste tecnologie, ricreando e riproponendo menzogne su menzogne. Dobbiamo fare in modo che questo non avvenga e si possa sempre riuscire a distinguere il vero dal falso.


von schubert
coloro che ci hanno lasciati
non sono degli assenti
sono degli invisibili,
che tengono il loro occhi pieni di gloria
fissi nei nostri pieni di lacrime
S.AGOSTINO

[Modificato da von schubert 01/10/2005 15.25]

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01/10/2005 17:04
 
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Avendo visto un sacco di volte il film (la prima versione) e avendo letto più di una il libro, continuo a sostenere che si tratta di uno dei rari casi in cui il film è decisamente meglio...
Intendiamoci, il libro di Dick non è brutto, anzi, ma è lento e piuttosto pesante in parecchi punti... trasposto in film tal quale sarebbe stato un polpettone terrificante...
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26/02/2006 03:11
 
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Stasera ho visto la versione senza voce narrante, con la visione dell'unicorno di Dackard e con il finale dove loro due entrano nell'ascensore.
Devo dire che preferisco questo di finale, dove resta un dubbio sul fatto che anche Dackard potrebbe essere un replicante e dove soprattutto non rimane un'immagine (come nella prima versione) di finale prettamente americano "e vissero felici e contenti".
Lo trovo più realistico.
Per quanto riguarda la voce narrante... (sarà che oramai lo conosco praticamente a memoria), ma trovo che l'assenza, forse, lascia più spazio alla riflessione personale e alle emozioni che la straordinaria recitazione di tutti gli interpreti tocca profondamente.
E poi questa è la versione voluta veramente dal regista [SM=g27811]

(comunque resta un capolavoro qualsiasi versione si preferisca [SM=x515598] )


[Modificato da darcri 26/02/2006 3.14]

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30/07/2006 21:51
 
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monumentali, libro e film..

la scena che preferisco? quella della colomba che vola via dalle mani di r. hauer quando questi muore.. senza dubbio uno dei films più belli che mi sia capitato di vedere e ri-vedere.. e ri-ri vedere all'infinito..

vera e propria arte, signori [SM=x515515]
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